Daspo, sindaco soddisfatto «Ma dico no all’esercito»
Centrodestra critico. Romano: un inutile collage
Non sono bastate quattro sedute di giunta dedicate al Daspo urbano e il voto finale raggiunto lunedì sera per placare le polemiche. La delibera fa ancora discutere. Per Antonia Romano il testo è un «collage realizzato da Andreatta». Anche Merler di Civica Trentina contro il sindaco: «Servono i cani antidroga».
TRENTO No all’esercito, ma la richiesta rivolta alla Questura di mettere in atto l’allontanamento dalla città fino a cinque anni dei soggetti con condanne per spaccio. All’indomani del via libera al Daspo urbano, questa la posizione del sindaco Alessandro Andreatta. «Una decisione utile, ma solo se l’amministrazione avesse davvero in cima alle priorità il tema della sicurezza, invece non è così» commenta il capogruppo di Civica Trentina, Andrea Merler, quando si tratta di commentare il voto finale sul Daspo urbano.
Dopo quattro incontri dedicati — tre completamente — a questo tema, costati alle casse di palazzo Thun circa 21 mila euro, lunedì sera la giunta è arrivata ad avere i voti necessari (Corriere del Trentino di ieri), nonostante l’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione dopo oltre tre ore di seduta. «Il Daspo è un mezzo che serve, ma in un contesto diverso da quello che abbiamo ora in città — continua Merler. Qui c’è un sindaco che non va oltre al suo compitino da amministratore, mentre servirebbe qualcuno di più deciso e impegnato su tutti i fronti a collaborare con Questore e forze dell’ordine per ristabilire la sicurezza». Di diverso avviso il sindaco Alessandro Andreatta, che sempre lunedì è stato invitato ufficialmente dalla Lega Nord al corteo per la sicurezza che si terrà stasera alle 18. Secondo Andreatta il Daspo «è solo una parte della legge, le 48 ore di allontanamento erano già state individuate dalla normativa, noi ci siamo limitati a decidere l’area e il perimetro di applicazione». Proprio su questo punto arriva la seconda frecciatina di Merler, che aveva proposto, senza successo, di introdurre dei cani antidroga come aiuto alle pattuglie di poliziotti di presidio nelle aree più pericolose del centro. «Una misura che già altri Comuni hanno introdotto. Si tratta di creare un polo di interforze tra carabinieri e guardia di finanza per cercare di combattere il problema della droga, ora sempre più presente anche a Trento. Il consiglio aveva espresso dei pareri favorevoli, anche Stefano Bosetti (Pd-Psi), per esempio, mi sembrava intenzionato a supportarmi, invece alla fine il voto è stato negativo». Oltre al voto contrario sulla mozione, secondo Merler anche la richiesta di estensione dell’area sottoposta al Daspo lascia un po’ di amaro in bocca al suo gruppo. «D’accordo ammettere anche S.Martino, ma noi avevamo proposto un ulteriore allargamento ad altre aree come Gardolo o Povo, che fanno parte del cosiddetto arcipelago territoriale del capoluogo. Cosa che invece non è stata approvata, un comportamento inaccettabile».
Per Andreatta, invece, «non aveva nessun senso ampliare l’area fino a Gardolo, come qualcuno aveva proposto. Così come il Daspo urbano non ha nulla a che vedere con la lotta allo spaccio di droga». Su questo il sindaco sollecita il questore a mettere in pratica le misure di contrasto (allontanamento da uno a cinque anni, ndr) già contenute nella legge Minniti» per chi abbia condanne per spaccio. Quanto all’esercito, Andreatta resta contrario: «Ritengo che la presenza delle forze dell’ordine sia sufficiente a garantire la sicurezza, altrimenti vorrebbe dire che non sono adeguati a farlo. In caso di situazioni di emergenza, in cui il numero degli agenti risulti non adeguato, si possono richiedere rinforzi ai territori limitrofi, Alto Adige o Veneto». Argomenti che non convincono Merler: Si candidi alle prossime elezioni provinciali. Vada a fare altro, così noi ci togliamo un problema».
Critica anche Antonia Romano (Altra Trento): «Andreatta, più preoccupato di difendere la propria esistenza come sindaco che la coerenza con i suoi valori, con la sua biografia».