Funivie, vince coop di Benevento
Folgarida, sconfitto il colosso francese. Rossi preoccupato: rischia la sua immagine
È giallo sull’aggiudicazione del pacchetto di controllo di Funivie Folgarida Marilleva. Ieri di fronte al notaio Alfredo Dondi si è svolta la gara con due offerte: quella dei francesi di «Compagnie des Alpes» e quella di una sconosciuta e piccola cooperativa di Benevento, la «Omb». Ci sono stati alcuni rilanci, e alla fine, la coop si è imposta, ottenendo l’aggiudicazione a un prezzo di 27,98 milioni di euro. Peggio di così non poteva andare per il Trentino: il prezzo di base alzato rende difficilissimo il rilancio del prossimo 3 agosto da parte della cordata locale. Ieri sera nuovo vertice convocato Ugo Rossi molto preoccupato, cui hanno partecipato Funivie Madonna di Campiglio e Finanziaria Trentina. Per il governatore si tratta anche di una partita politica.
TRENTO Giallo sull’aggiudicazione del pacchetto di controllo di Funivie Folgarida Marilleva. Ieri di fronte al notaio Alfredo Dondi si è svolta la gara con due offerte: quella dei francesi di Compagnie des Alpes e quella di una sconosciuta e piccola cooperativa di Benevento, Omb. Ci sono stati alcuni rilanci e alla fine la coop si è imposta, ottenendo l’aggiudicazione a un prezzo di 27,98 milioni di euro. Peggio di così non poteva andare per il Trentino: acquirente misterioso e prezzo di base alzato, tanto da rendere difficilissimo un possibile rilancio il prossimo 3 agosto da parte della cordata locale. Ieri sera nuovo vertice convocato da un presidente Ugo Rossi (politicamente) molto preoccupato, a cui hanno partecipato Funivie Madonna di Campiglio e Finanziaria Trentina. La confusione è molto alta, ma un dato è certo: i capitali locali hanno fatto non uno, ma quattro passi indietro.
L’appuntamento era fissato per le 11. Il procedimento competitivo, ex articolo 107 della legge fallimentare, era finalizzato alla cessione in un unico lotto di 3,6 milioni di azioni della controllante (con il 56%) di «Funivie Folgarida Marilleva» che si chiama Valli di Sole Pejo e Rabbi. Inoltre il pacchetto comprendeva 916.811 azioni ordinarie di Ffm (il 5,34%) e 437.800 azioni privilegiate (2,55%) di proprietà del fallimento Aeroterminal. Il curatore Luca Mandrioli in questo modo sta portando a termine la lunga vicenda, «realizzando» una somma dalla vendita delle azioni che servirà a soddisfare i creditori del crac Aeroterminal.
Il problema è a chi si vende il controllo delle Funivie, con due aspetti fondamentali di cui tener conto: la base d’asta in questa seconda gara era di 26 milioni (la prima era andata deserta), ma l’investimento, fra estinzione dei debiti di Valli e acquisto di altre azioni, è di circa 50 milioni di euro; inoltre in vendita non ci sono solo gli impianti di risalita e la società di gestione, ma anche 70.000 metri cubi che possono diventare edificabili, sempre che l’ente pubblico non si metta di traverso (forse l’ultima difesa in mano a Piazza Dante).
L’auspicio a livello locale era che potesse imporsi Funivie Madonna di Campiglio, che tra l’altro è partecipata da Ffm con il 24,5% del capitale. Ma il prezzo anche in questa seconda asta era troppo alto. Campiglio non ha fatto l’offerta e invece (inaspettatamente) si sono presentati due concorrenti da fuori: Compagnie Des Alpes, che lavora nel settore e fra il 1996 e il 2010 ha gestito gli impianti di Courmayeur; e questa coop di Benevento.
Durante la gara ci sono stati parecchi rilanci, ma alla fine i francesi si sono tirati indietro. A questo punto resta da capire chi c’è dietro i vincitori, che si sono imposti con quasi 28 milioni di euro. Una parola ufficiale sulla loro identità arriverà solo dopo che sarà conclusa la procedura di rilancio. Per partecipare occorre presentare domanda entro il 2 agosto e soprattutto un rilancio minimo del 10% rispetto ai 27,98 milioni, vale a dire quasi 31 milioni. Somma giudicata molto alta, una partita che fatica a stare in piedi economicamente. Il nodo sull’identità dei partecipanti non è sciolto poiché si tratta di un’asta pubblica, mentre una trattativa privata avrebbe concesso la scelta preventiva dei partecipanti.
La sottovalutazione del problema è sicuramente uno dei temi ricorrenti in questa vicenda, come del resto lo sono le piccole dimensioni dell’imprenditoria e della finanza trentine, che si sono trovate spaesate in una competizione contro chi può contare su di una grande liquidità.
Se avesse vinto Compagnie Des Alpes — questa la lettura più diffusa — tutto sommato l’asset sarebbe andato in mani esperte. Così invece si brancola nel buio. E a quanto pare non possono essere messi in campo soldi pubblici, perché Ffm va bebe e fa utili.