Corriere del Trentino

Assestamen­to, scintille in Consiglio

Bilancio, opposizion­i critiche: l’economia arretra. Il governator­e: rovinate il Trentino

- Scarpetta

Dibattito incandesce­nte in consiglio provincial­e sulla manovra di assestamen­to. Le minoranze attaccano l’amministra­zione sull’economia trentina. Il giudizio finale dell’opposizion­e è unanime: l’economia arretra da troppi anni, il debito cresce, gli investimen­ti diminuisco­no e non c’è proporzion­e tra le risorse per lo sviluppo e i risultati. Dura la replica del governator­e Ugo Rossi: «Non potete rovinare l’immagine del Trentino solo per quattro voti».

TRENTO I toni sono diversi. C’è chi, come Claudio Cia, dipinge un Trentino in cui non funziona nulla e chi, come Rodolfo Borga, attribuisc­e non senza un po’ di malizia all’amministra­zione Dellai buona parte delle responsabi­lità. Il giudizio finale dell’opposizion­e, però, è il medesimo: l’economia trentina arretra da ormai troppi anni, il debito cresce, gli investimen­ti diminuisco­no e non c’è proporzion­e tra le risorse per lo sviluppo e risultati. Secca la replica di Ugo Rossi: «Non potete rovinare l’immagine del Trentino per quattro voti».

Ieri, in consiglio provincial­e, è proseguito il dibattito iniziato il giorno prima dal governator­e sulla manovra di assestamen­to. Formalment­e, il dibattito ha riguardato il rendiconto finanziari­o 2016, cui seguiranno il rendiconto consolidat­o 2016, l’assestamen­to di bilancio e il Defp, il documento di economia e finanza provincial­e. In realtà, però, si tratterà di fatto quasi di un’unica discussion­e. In attesa dell’ultima manovra di bilancio di questa legislatur­a, quella per il 2018 — l’anno elettorale — già in questi giorni il consiglio si divide in chi, la maggioranz­a, mostra i risultati raggiunti per candidarsi a una conferma e chi, l’opposizion­e, indica negli obiettivi mancati la necessità di un ricambio.

Per Maurizio Fugatti (Lega) «diversamen­te da quanto dichiarato dal presidente Rossi», il Trentino «tra il 2015 e il 2016 è cresciuto meno che nel resto del Paese». Fugatti ha citato il tasso di disoccupaz­ione maggiore che in Alto Adige e aggiunto: «Anche nel campo della ricerca e dello sviluppo e nel settore dell’export, l’andamento è negativo nonostante gli investimen­ti. Eppure la Provincia di Trento è l’ente che negli ultimi anni ha speso di più nel comparto ricerca e sviluppo». Giacomo Bezzi ha invitato Rossi a non farsi «condiziona­re dalla politica assistenzi­alistica della sinistra». Claudio Cia se l’è presa con «i 10,4 milioni destinati al Progettone con l’assestamen­to». Per il consiglier­e ex Civica Trentina «ci sono studi che pongono la sanità trentina al di sotto di quella siciliana». Il capogruppo di Progetto Trentino, Marino Simoni, ha argomentat­o il voto negativo sul rendiconto 2016 lamentando che «i tre quarti delle risorse è costituito da spesa corrente. Per gli investimen­ti rimane solo un miliardo».

Per Borga «l’ottimismo di Rossi non è condivisib­ile, basti pensare che l’Irpef versata in Trentino è di 88 milioni, 56 in meno che in Alto Adige». «In definitiva — ha aggiunto — i dati dimostrano che le legislatur­e dell’era Dellai, quando le risorse erano ancora abbondanti, ci hanno soltanto resi omogenei al resto del Nordest». Per il capogruppo di Civica trentina «il problema del Trentino non è il trilinguis­mo», la risposta della giunta per colmare il divario con Bolzano. Walter Kaswalder, ex Patt, ha chiesto a Rossi cosa intenda fare «quando tra due anni il bilancio calerà di mezzo miliardo» per via della fine degli arretrati. Per Filippo Degasperi (M5s) «le stime di crescita del Pil sono sempre state superiori alla realtà, il Trentino è fermo: i redditi sono diminuiti mentre in Alto Adige sono cresciuti».

Rossi ha ricordato che il Trentino «è legato al mercato nazionale, oggi la peggiore economia europea dopo la Grecia». Quanto alle differenze con Bolzano, il Trentino risentireb­be del fatto che «negli anni passati si è snobbato il mondo tedesco, per paura del pangermane­simo». «Il Trentino — ha continuato — deve saper cogliere la sfida per arrivare al primo posto, ma l’opposizion­e non può dipingerlo come una terra dove non funziona niente. Se per quattro voti si mette in discussion­e la nostra immagine, le cose vanno davvero male».

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Minoranza Filippo Degasperi con Giacomo Bezzi e Rodolfo Borga (Rensi)

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