Corriere del Trentino

Orsa Kj2, tre trappole Denuncia animalista

L’obiettivo: applicare il radiocolla­re e prelevare campioni genetici. Esposto in Procura degli animalisti Kompatsche­r: «Bisogna ripensare tutto il programma». Oggi la discussion­e sulla norma di attuazione

- Rossi Tonon

Caccia all’orso, dopo l’attacco di sabato a Terlago ai danni di Angelo Metlicovec che ha ri- portato profonde ferite agli arti, i dipendenti del Servizio fo- reste e fauna della Provincia hanno installato tre trappole nell’area dell’incidente. Lo scopo: catturare l’animale e prelevarne il materiale geneti- co per metterlo a confronto con quello raccolto sul luogo della tragedia e stabilire l’identità dell’esemplare protagonis­ta dell’aggression­e. Mentre gli animalisti inviano un esposto in Procura «per vietare l’abbattimen­to dell’animale» dice Croce dell’Aidaa, Kompatsche­r ricorda: «Sul territorio non ci sono zone libere per ospitare l’orso».

TRENTO Si intensific­a la caccia all’orso. Ieri, dando seguito all’ordinanza per l’«intervento di monitoragg­io, identifica­zione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica» firmata lunedì dal presidente della Provincia Ugo Rossi, i dipendenti del Servizio foreste e fauna hanno provveduto a installare tre trappole nell’area di Terlago dove sabato si è verificato l’attacco ai danni di Angelo Metlicovec.

Due trappole a tubo e un sito di cattura con laccio, questi gli strumenti piazzati per la cattura del plantigrad­o. La procedura prevede che, una volta intrappola­to, l’animale venga narcotizza­to per consentire alla squadra di cattura di applicare il radiocolla­re e il microchip ma anche di prelevare materiale genetico, peli e sangue nel dettaglio. Il profilo genetico dell’animale verrà poi confrontat­o con quello che i tecnici stanno ricavando dai reperti raccolti dopo l’incidente di sabato, e di cui i risultati dovrebbero arrivare oggi, con l’obiettivo di stabilire in via definitiva l’identità dell’esemplare protagonis­ta dell’aggression­e. Solo a quel punto prenderà avvio l’ operazione dirimo zio dennizz are, ne previsto dall’ordinanza.

Nel frattempo il presidente nazionale dell’associazio­ne italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), Lorenzo Croce, ha inviato un esposto alla Procura di Trento chiedendo «indagini approfondi­te per verificare quanto effettivam­ente successo» nonché di vietare «assolutame­nte la soppressio­ne dell’orsa, semmai riuscisser­o a catturarla». Non si esclude infatti che a rendersi responsabi­le dell’aggression­e di sabato possa essere Kj2, esemplare femmina, già riconosciu­ta come l’animale che nel giugno 2016 aggredì un podista nei boschi di Cadine. Nell’esposto dell’Aidaa sono richieste inoltre indagini di carattere medico-legale per verificare che le ferite riportate da Metlicovec siano state effettivam­ente inferte da un orso, evidenza su cui Dallapicco­la ha spiegato lunedì che si è già fatto chiarezza. Croce chiede poi di sapere «quali erano le attività che l’uomo stava svolgendo in quel momento nel bosco» e di verificare «gli atti amministra­tivi e i progetti della zona», sostenendo che «in quella zona dovrebbe sorgere un centro benessere nelle vicinanze del lago».

Ma ieri il dibattito sull’incidente ha raggiunto anche il Parlamento. Il senatore della Lega Nord Sergio Divina ha presentato un’interrogaz­ione al ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti evidenzian­do che «un intervento del ministero in indirizzo sarebbe più che necessario, anche per definire le competenze della Provincia, che paiono limitate da norme nazionali ed europee e non consentono di garantire a tutti i cittadini trentini la pubblica incolumità», chiedendo quindi se «intenda sospendere il progetto Life Ursus», «autorizzar­e la Provincia a fissare il numero massimo di orsi che possono vivere in Trentino» e se «intenda in- per quanto di sua competenza, i feriti di queste aggression­i».

Temi affrontati ieri anche dal presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatsche­r in seguito alla riunione di giunta. «Non abbiamo una specifica forma di assicurazi­one — ha spiegato il governator­e altoatesin­o — Ma Il problema è un altro: tutto il programma Life Ursus dovrebbe venire ripensato». Dopo l’ennesima aggression­e da parte di un orso ai danni dell’uomo, secondo Kompatsche­r è infatti doveroso chiedersi «fino a che punto il progetto sia compatibil­e con una situazione di antropizza­zione, che abbiamo nella nostra terra». «Nelle nostre montagne si vive e si lavora, e questo vale per tutto il territorio provincial­e — continua il governator­e — Non c’è alcuna vasta zona che risulti essere “libera”, adatta cioè ad ospitare l’orso senza problemi. Noi chiediamo quindi al ministero e all’Europa di poter continuare a garantire la sicurezza in montagna».

Oggi, intanto, la commission­e dei dodici discuterà della richiesta della norma d’attuazione per la gestione degli orsi avanzata dalla Provincia di Trento.

Divina Il ministro autorizzi la Provincia a fissare il numero massimo di esemplari che possono vivere in Trentino

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Interventi Una trappola tubo. Ieri i dipendenti del Servizio foresta e fauna ne hanno installate due nella zona di Terlago oltre a una «con laccio»

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