Corriere del Trentino

«Voti abbelliti» Studentess­a sarà processata

L’accusa: voti abbelliti. La giovane, poi sospesa, era una collaborat­rice dell’ateneo

- Di Dafne Roat

TRENTO Un click e il trenta diventava trenta e lode o il ventisei un bellissimo ventinove. Voleva forse essere tra le prime del corso, mantenere la media alta, per un futuro, chissà, sicurament­e più promettent­e. In realtà i voti erano già alti, non aveva bisogno dell’artifizio, ma, evidenteme­nte, lei voleva di più. Così sarebbe entrata nel sistema gestionale «Esse 3» dell’università di Trento e avrebbe «ritoccato» i voti di alcune materie.

È l’accusa mossa a una studentess­a di Ingegneria di 29 anni, già laureata in Ingegneria civile e iscritta al corso di laurea magistrale, finita a processo per accesso abusivo a un sistema informatic­o e falso commesso in atto pubblico e falsità in documenti informatic­i. La giovane, alla quale l’ateneo, con una nota del 16 gennaio 2016, ha sospeso la carriera universita­ria, e l’ha sospesa per tre anni, era una collaborat­rice. Aveva facilità di accedere al sistema informatic­o, proprio per il suo lavoro all’interno dell’ufficio offerta formativa e gestione studenti di cui faceva parte. Avrebbe utilizzato abusivamen­te le chiavi di accesso al sistema, riservate a una funzionari­a, per «sistemare» un po’ il suo curriculum.

In particolar­e, secondo quanto contestato dalla Procura, la studentess­a avrebbe «ritoccato» la firma del professore (che non sarebbe risultata sua) per l’esame di Fondazioni, mentre per quanto riguarda quello di Geotecnica la verifica non sarebbe stata superata, o meglio ci sarebbero delle incongruen­ze sulle registrazi­oni presentate in Esse 3. Per quanto riguarda l’esame di Fondazioni sarebbe stato redatto un falso verbale d’esame, attestando il superament­o della prova con un valutazion­e di 27/30. Non solo: la giovane avrebbe alzato il voto dell’esame di Tecnica Urbanistic­a, aggiungend­o la lode, per quello di Costruzion­i idrauliche l’avrebbe «ritoccato» a 30/30 e quello di Sicurezza struttural­e a 29/30. Secondo quanto risulta dal verbale il primo sarebbe stato superato con il voto 29/30 e il secondo con 26/30. Tutto sarebbe avvenuto tra il 25 febbraio e il 25 agosto del 2015, proprio nel periodo in cui la donna lavorava per l’università.

Ad accorgersi delle sospette incongruen­ze sarebbe stato lo stesso ateneo che ha segnalato il caso in Procura e ha sospeso la studentess­a. Ora la giovane si trova ad affrontare un processo, ieri l’udienza davanti al giudice Giuseppe Serao è stata rinviata. Ma il caso ha avuto uno strascico non solo penale, ma anche amministra­tivo davanti al Tar di Trento. La studentess­a, che si è sempre difesa con forza, ha impugnato i provvedime­nti dell’università anche davanti al Tribunale amministra­tivo. La difesa aveva sostenuto l’illegittim­ità della sanzione evidenzian­do un «eccesso di potere per mancanza di istruttori­a». Inoltre le alterazion­i delle registrazi­oni dei voti sarebbero avvenute in un periodo in cui la studentess­a era assente dall’ufficio. Ma i giudici amministra­tivi lo scorso dicembre hanno respinto il ricorso di fatto confermand­o la sospension­e per tre anni.

5 Sono gli esami che la studentess­a avrebbe falsificat­o 3 Sono gli anni di sospension­e dall’università decisi dal rettore

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Corso di laurea Studenti durante una lezione all’università

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