«Life ursus, progetto gestito bene L’abbattimento? Non è sbagliato»
L’analisi di Boitani: «Un errore erigere barricate ideologiche»
TRENTO
«Stare sulle barricate, da una parte e dall’altra, non ha alcun senso». L’atteggiamento di Luigi Boitani, professore ordinario di biologia all’università la Sapienza di Roma e uno dei massimi esperti italiani di grandi carnivori, è molto pragmatica: «Sbaglia chi vuole uccidere tutti gli orsi ma anche chi li santifica».
Professore, dopo l’aggressione registrata sabato scorso c’è chi mette in discussione l’intero progetto Life Ursus. Lei cosa ne pensa?
«Credo si tratti di uno dei progetti di conservazione di maggior successo messo in campo dal nostro Paese. A ciò si aggiunga che la Provincia di Trento ha dimostrato di avere le competenze per gestirlo al meglio».
L’assessore provinciale Michele Dallapiccola ha spiegato che gli esemplari di orso bruno in Trentino sono circa 50. Sono troppi?
«Non sono tanti, credo sia un numero giusto. Il fatto è che esistono territori diversi: alcune aree sono ampie e non ci si accorge quasi della loro presenza, in altre anche un solo esemplare fa la differenza».
È giusto mettere in discussione la possibilità di convivenza?
«Stiamo parlando di animali, non di macchine. Le dinamiche cambiano e magari un orso che non si è fatto notare per dieci anni, un mattina si alza e ha male a una zampa o ha dei problemi a trovare del cibo, così si avvicina alle zone abitate. La responsabilità dell’amministrazione è fare sintesi tra le esigenze delle persone e degli animali, fissando poi delle regole. Io credo che di fronte all’attività svolta dalla Provincia di Trento ci sia da togliersi il cappello. Anzi, magari tutte le Regioni lavorassero così».
Tuttavia in tre anni si sono registrati quattro attacchi all’uomo ed esiste la possibilità che, dopo aver colpito l’anno scorso, l’esemplare Kj2 sia responsabile anche dell’episodio di sabato.
«Si può pensare di conservare gli animali in riserve protette ma la vera sfida è convivere con loro. Può darsi che uno specifico esemplare abbia preso il vizio di avvicinarsi alle aree abitate, che non abbia più paura dell’uomo, e per questo rappresenti un pericolo. In questo caso, quindi, non c’è niente di male a considerare l’abbattimento. Sbaglia chi sostiene sia giusto ucciderli tutti per eliminare il problema, ma sbaglia anche chi santifica ogni singolo orso o lupo».