Vigili del fuoco Dem critici sul codice etico
Nel dicembre 2014, in consiglio si convenne sulla necessità di dotare «entro sei mesi» il corpo dei vigili del fuoco volontari di un codice etico che impedisse possibili conflitti d’interessi. L’obiettivo era impedire che, come già successo, il presidente fosse anche il progettista che casualmente disegnava le nuove caserme. Dopo due anni e mezzo, la commissione tecnica incaricata ha approvato un codice, che però la giunta ha ritenuto insufficiente. Il gruppo del Pd, in un’interrogazione che porta come prima firma quella di Mattia Civico, contesta in particolare il passaggio in cui si dice che è incompatibile la fornitura di beni e servizi da parte di un dirigente o un parente fino al secondo grado «a meno che ciò non comporti una minore spesa». Tradotto, attaccano i dem «il presidente che progetta caserme, l’ispettore che vende estintori, il comandante che allestisce mezzi di soccorso, possono tranquillamente continuare a ricoprire il loro ruolo apicale ed eventualmente anche auto-attribuirsi incarichi professionali o commesse di lavoro a patto che facciano un piccolo sconto». Gli interroganti chiedono quali misure la giunta abbia adottato per far correggere il codice. Ora l’obiettivo dei democratici è investire direttamente il consiglio provinciale della questione. «Visti i risultati pare evidente che la strada “dal basso” ha portato ad un risultato inaccettabile e pertanto pare urgente che il consiglio provinciale si assuma la responsabilità di fissare principi e criteri per legge».