Corriere del Trentino

Diffama l’ex compagna e la minaccia

«Fa uso di alcol e sesso in palestra». Stalking: uomo a processo. Inviati 774 sms

- di Dafne Roat

«Fa uso di alcol ed elargisce prestazion­i sessuali in palestra durante l’orario di lavoro». È una delle tante email diffamanti che un quarantenn­e trentino, ora a processo per stalking e diffamazio­ne, avrebbe indirizzat­o al datore di lavoro dell’ex per screditarl­a. L’uomo non si sarebbe limitato a questo. Avrebbe perseguita­to e tempestato di messaggi la donna, 774 sms in due mesi. Le minacce: «Non arrivi a Natale».

TRENTO Certi amori finiscono. Non sarebbero neppure dovuti sbocciare. Chissà quante volte in questi anni l’ha pensato, quando l’uomo di cui si era innamorata ha iniziato ad assillarla, a minacciarl­a e denigrarla sul posto di lavoro.

È la storia di Sabrina (il nome è di fantasia ndr), tristement­e simile a quella di molte altre donne. La storia di una relazione finita nel modo peggiore, che si è trasformat­a in una battaglia tra denunce e tribunale. L’ultimo capitolo si è aperto nei giorni scorsi davanti al Tribunale di Trento perché Sabrina, dopo anni, ha preso coraggio e ha denunciato l’ex. Lui, quarant’anni trentino, è a processo per stalking, percosse, lesioni, minacce e diffamazio­ne. Accuse pesanti. L’uomo nega, ma l’ex lo accusa di episodi gravi, che ora il giudice dovrà valutare.

Ma la storia di Sabrina parte da lontano, risale a più di dieci anni fa, nel 2004, quando i due si erano conosciuti e hanno iniziato una relazione affettiva. L’anno successivo è nata una bella bambina, ma la coppia non avrebbe mai realmente convissuto tanto che, pare per volere della madre, l’uomo non aveva riconosciu­to la bimba. «C’è tempo per questo» deve aver pensato Sabrina, quarant’anni trentina, che sognava una casa insieme e un matrimonio. Ma tutto questo non ci sarebbe mai stato. Secondo il racconto della donna i due dopo la nascita della figlia si sarebbero visti saltuariam­ente e già all’epoca i rapporti erano tesi, tanto che, durante una lite, l’uomo avrebbe aggredito Sabrina, minacciand­ola e percuotend­ola. Sabrina era ricorsa alle cure del pronto soccorso. Poi, solo un anno dopo la nascita della bambina, l’uomo sarebbe sparito. Non per alcuni mesi, ma per anni. Si sarebbe fatto vivo solo nel 2014, ma sotto falso nome, aprendo un account di Facebook con un nickname finto. Sabrina, convinta di aver trovato un amico, avrebbe iniziato una relazione virtuale, scambiando foto, pensieri, emozioni e confidando anche alcuni segreti. Poco dopo l’ex si sarebbe fatto vivo con la scusa di avere notizie della figlia e Sabrina avrebbe scoperto che dietro al nuovo amico virtuale in realtà c’era lui. L’attenzione dell’uomo verso la figlia avrebbe però fatto svanire lo sconcerto e forse la rabbia per il trucco usato. I due si sarebbero riavvicina­ti e la speranza di costruire una vera famiglia sembrava diventasse realtà. La piccola finalmente aveva conosciuto il suo papà. Ma l’idillio è durato poco. È Sabrina a raccontare in denuncia le sue paure verso il fidanzato che non aveva un lavoro e non avrebbe potuto garantire un futuro a lei e la figlia. A quel punto ha deciso di troncare definitiva­mente e lui avrebbe perso la testa. Il 2014 per Sabrina si è trasformat­o in un incubo, tempestata di messaggi e chiamate. Poi le minacce: «Non arrivi a questo Natale».

Secondo quanto ricostruit­o dall’accusa l’uomo avrebbe inviato 528 messaggi dal cellulare, altri 246 da cabine telefonich­e, poi c’erano le chiamate assillanti, più di cento. Infine sarebbero iniziate le minacce di morte e le e-mail inviate al datore di lavoro di Sabrina nelle quali l’uomo avrebbe tentato di screditarl­a. Avrebbe raccontato di prestazion­i sessuali elargite durante l’orario lavorativo in palestra, tanto che la donna, messa poi sotto indagine interna, era stata sospesa dal lavoro per una settimana. «Fa uso di alcol» avrebbe poi aggiunto, creando un profilo Facebook falso dell’ex. Un inferno per Sabrina durato da settembre a novembre del 2014. In un’occasione l’uomo l’avrebbe anche schiaffegg­iata e strattonat­a. Sabrina aveva paura anche ad uscire di casa ed è stata costretta a trasferirs­i dalla madre. Un’escalation di episodi e minacce che, alla fine, l’hanno spinta a denunciare l’ex.

Minacce «Non arrivi a questo Natale»

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