Le funivie infiammano la maggioranza
Entrare nella partita o limitarsi a osservare? La domanda sul ruolo che dovrebbe avere la Provincia nel caso Folgarida Marilleva divide i consiglieri della maggioranza tra favorevoli e contrari a un intervento pubblico. A unirli è invece la strada finora percorsa dal presidente Ugo Rossi. Al governatore viene rivolta la critica di aver «gestito in solitaria» tutta la vicenda con «riunioncine nelle valli» e senza tenere aggiornati gli altri componenti della coalizione sull’evoluzione della discussione. A lasciare «perplessi» molti non è nemmeno tanto l’eventuale scelta del presidente di non dare comunicazione ai semplici consiglieri di quanto stesse accadendo ma piuttosto di averne discusso «pochissimo» con i membri dell’esecutivo. Secondo i ben informati, infatti, Rossi avrebbe affrontato l’argomento «solo per una decina di minuti» ed esclusivamente nel corso dell’ultima riunione di giunta precedente al giorno dell’asta. Tutto ciò quando ormai era emerso forte il rischio che la società finisse in mani non trentine, perché a monte il governatore è accusato di aver «sottovalutato» tutti i possibili scenari, data la «grande delicatezza» di un’operazione che richiede investimenti pubblici. Una buona parte dei componenti della maggioranza ritiene poi «insensato e rischioso» un intervento della Provincia nell’asta: la possibile acquisizione della società da parte dei francesi di Compagnie des Alpes, operatori del settore, non era temuta bensì considerata una delle tante acquisizioni di funivie come se ne sono già viste in passato. Ora che invece l’avversario è un gruppo di soggetti ignoti dietro a una finanziaria, l’eventuale rilancio viene considerato solamente come «un modo per fare il gioco degli speculatori» che riuscirebbero così a «fare bingo». Ma l’aria pesante che si respira ultimamente all’interno della maggioranza sarebbe legata anche ad altri fattori, come gli scontri di vedute tra esponenti della maggioranza in relazione a un altro tavolo importante per lo sviluppo del territorio, quello del passo Rolle, e le ambizioni di alcuni nomi di peso in vista delle prossime provinciali. A seguire con attenzione gli sviluppi c’è Progetto Trentino, che nei giorni scorsi ha offerto il proprio sostegno al Patt. Il gruppo di Marino Simoni non ha i numeri per riempire le nove poltrone lasciate vuote dai consiglieri del Partito democratico o le cinque dell’Unione per il Trentino in un’eventuale crisi di maggioranza, ma potrebbe tentare di inserirsi nella nuova coalizione di governo.