Etica e tecnica Tra ateneo e Iit collaborazione di frontiera
Quando Roberto Cingolani ha letto gli ultimi progetti nel campo del biodiritto, condotti da Carlo Casonato (nella foto in alto), subito ha capito l’importanza di formare anche i suoi ricercatori dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit), a Genova. È nata così, da un’intuizione, la collaborazione tra l’Iit e la facoltà di Giurisprudenza. «A loro — spiega Casonato, docente di diritto costituzionale comparato — manca una conoscenza mirata sugli impatti giuridici e bioetici connessi all’intelligenza artificiale». Di qui la selezione in corso, di cui Casonato e l’intero gruppo di biodiritto si sta occupando. Obiettivo: individuare le figure adatte da formare e inserire nell’istituto di Genova. Il tema è tutt’altro che marginale e Casonato cita i dilemmi che si porranno con il progredire delle tecnologie. «Pensiamo alla Google car, che si guida da sola — spiega il docente — Come programmare la macchina in caso di incidente? Indicare una procedura per salvare eventuali pedoni, a discapito del passeggero, o viceversa tutelare il passeggero a discapito di eventuali pedoni nei dintorni?». Definire la responsabilità, dare un’anima a un dispositivo, dipanare le problematiche morali sottese alla robotica sono solo alcuni dei quesiti che anche i progettisti di domani — perlopiù formati dal punto di vista ingegneristico o informatico — dovranno governare. «La collaborazione — spiega ancora Casonato — è mirata a capire l’impatto sociale, filosofico, giuridico a cui non si può prescindere pensando alle macchine, sempre più sofisticate». In questo caso «sono i tecnici stessi a chiedere l’aiuto dei giuristi — rimarca — e il diritto, dinnanzi a simili innovazioni, è costretto a verificare la tenuta dei propri principi rispetto a una realtà che cambia». Ancora più evidente è il dilemma etico che si pone nell’incontro tra tecnologia e salute. Un caso su tutti: i cosiddetti robot infermieri.