«L’orso è stato colpito con un bastone»
Groff riporta la ricostruzione di Metlicovec. «Reazione sbagliata, ma comprensibile»
In attesa dei risultati delle analisi del dna per stabilire l’identità dell’orso responsabile dell’aggressione di Metlicovec, emergono altri dettagli della vicenda. Claudio Groff, intervenuto a Radio3 Scienza, ha riferito il racconto dell’uomo aggredito, specificando che ha colpito il plantigrado con un bastone. «Una reazione sbagliata, ma emotivamente condivisibile», ha spiegato Groff.
TRENTO Il puzzle della vicenda partita sabato 22 con l’aggressione di Angelo Metlicovec da parte di un orso in un bosco vicino ai laghi di Lamar si arricchisce di un nuovo tassello. Claudio Groff, responsabile del settore grandi carnivori della Provincia, ieri mattina ai microfoni di Rai Radio3 ha spiegato che la ricostruzione di Angelo Metlicovec ha fornito un elemento in più: «Parlando con il diretto interessato ci ha detto che stava passeggiando con il suo cane quando ha sentito una presenza alle spalle. Vedendo l’orso, l’uomo ha reagito con una bastonata, scatenando l’ira dell’animale. Ovviamente non abbiamo la versione dell’orso che ci possa confermare la cosa, ma questa potrebbe essere una ricostruzione attendibile».
Un altro elemento che manca alla vicenda è l’accertamento del sesso del plantigrado. Il supplemento di analisi che è stato mandato ai laboratori di San Michele dell’Adige non ha ancora dato dei risultati, «ma — spiega Groff raggiunto al telefono — nei prossimi giorni dovremmo sapere se, come ipotizziamo, l’esemplare è una femmina e quindi ha avuto una reazione violenta perché ha avvertito una minaccia nei confronti dei cuccioli».
Resta il fatto, continua il responsabile, che agitarsi e colpire un orso non è stato il comportamento migliore, «anche se emotivamente è comprensibile». Poi c’è la presenza del cane, che resta ancora da chiarire se fosse o meno al guinzaglio al momento dell’aggressione. «Può essere stato un elemento scatenante — chiarisce Groff — Se era libero e ha visto per primo l’orso, forse è stato proprio lui a portarlo dal padrone». Altro aspetto su cui si è concentrato l’intervencolosi, to di Groff a Radio3 Scienza è quello che riguarda la legislazione sul tema.
«Esiste una normativa europea nazionale e un piano d’azione redatto da regioni alpine, Ispra e dal Ministero dell’ambiente. Tutti i documenti prevedono la necessità di gestire gli animali ritenuti peri- come in questo caso. Se fosse una femmina che ha difeso i suoi piccoli e quindi ha aggredito l’uomo, il legislatore ha previsto che venga prima la sicurezza dell’uomo e quindi l’animale venga soppresso». Una dichiarazione confermata poi nel pomeriggio, quando Groff ha ribadito che il piano di conservazione garantisce la tutela della specie ma in primo piano c’è sempre la sicurezza dei cittadini, per cui «l’uccisione di un esemplare può essere necessaria».
L’ultimo aspetto indagato dal responsabile è stata la prevenzione. L’utilizzo di spray anti orso, ancora illegali in Italia ma già in uso in Canada, sarebbe il metodo più efficace. Il Canada, infatti, è il Paese che detta le linee guida a livello mondiale.
«Siamo stati lì nel 2008 per imparare da loro sulla comunicazione e sulla prevenzione dei danni, facendo un gemellaggio. Inoltre l’ultimo documento che abbiamo pubblicato, circa un mese fa, «Orso, come comportarsi», è stato redatto proprio insieme a Ucn, una delle massime autorità nel campo ».