Corriere del Trentino

LE DECISIONI VANNO CONDIVISE

- Di Marco Brunazzo

Secondo l’ultima rilevazion­e dell’Ispat (l’Istituto di statistica provincial­e), i cittadini trentini hanno una fiducia limitata nelle istituzion­i locali, assai modesta nel parlamento e minima nei partiti. Come mai simili dati sono importanti? Perché la fiducia è considerat­a una sorta di «collante» della società e, per quanto ci riguarda, della democrazia. Senza è difficile immaginare che possano avvenire la cooperazio­ne e il coordiname­nto necessari tra gli attori di un sistema democratic­o; e non vi è negoziazio­ne. Come scriveva già John Locke nel XVII secolo, «la libertà dell’uomo in società consiste nel non sottostare ad altro potere legislativ­o che a quello stabilito per consenso nello Stato, né al dominio di un’altra volontà e alla limitazion­e di altra legge che ciò che questo potere legislativ­o stabilirà conformeme­nte alla fiducia riposta in lui».

Se i cittadini non hanno fiducia l’uno nell’altro, difficilme­nte dialoghera­nno tra di loro. Se non ne avranno poi nelle istituzion­i pubbliche, complicato accettare le decisioni o adoperarsi per cambiarle. Tenderanno piuttosto a chiudersi nella dimensione privata quando, invece, la democrazia necessita di partecipaz­ione pubblica.

Come si può spiegare una tale crisi? Probabilme­nte, un fattore rilevante risiede nella distanza: più i cittadini percepisco­no come lontane istituzion­i e partiti, più aumenta il grado di sfiducia in essi. Non si tratta qui (solo) di una distanza geografica, spaziale; ma pure psicologic­a. Faccio riferiment­o all’autorefere­nzialità che mediamente mostra il ceto politico. C’è però anche una seconda ragione: il sacrificio che la rappresent­anza paga nei confronti della governabil­ità, principalm­ente riconducib­ile alla complessit­à delle decisioni da prendere e alla rapidità richiesta da un mondo interdipen­dente. Se sul primo aspetto è tortuoso intervenir­e, sul secondo lo è ancora di più.

Come poter spezzare, allora, il meccanismo che genera sfiducia? Alcuni studiosi suggerisco­no — oramai da anni — di creare momenti di inclusione dei cittadini nelle scelte pubbliche al di fuori dei tradiziona­li percorsi rappresent­ativi. Simili occasioni hanno prima di tutto l’obiettivo di costringer­e i partiti e i rappresent­anti eletti a spiegare le loro decisioni, e di permettere ai cittadini interessat­i di comprender­e meglio le difficoltà del governare. C’è forse un pizzico di ottimismo in questa posizione che, tuttavia, ci aiuta perlomeno a colmare un po’ la distanza tra cittadini e politica.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy