Nuovo Statuto, snobbato il laboratorio
Una decina i cittadini presenti al confronto. Woelk: «Forse i temi sono troppo complessi»
TRENTO Partenza in sordina per la due giorni dedicata al confronto tra Consulta e cittadinanza sui temi affrontati nello statuto speciale del Trentino Alto-Adige/Südtirol. Ieri pomeriggio sono stati una decina i cittadini che si sono presentati in Provincia per confrontarsi sui primi tre argomenti proposti: «i fondamenti dell’autonomia speciale», «ambiti e competenze di autonomia, partecipazione alle decisioni dello stato e dell’Unione Europea», «minoranze linguistiche». La discussione, partita a marzo, dopo questi due giorni continuerà fino al 30 anche online, sul sito riformastatuto.tn.it, dove secondo gli organizzatori i numeri degli imput ricevuti sono stati buoni.
«Questo pomeriggio pensavamo di avere un’affluenza maggiore ad essere onesti — spiega il vicepresidente Woelk — perché sentiamo spesso parlare di autonomia, ma quando si tratta di farsi sentire e di esporre le proprie opinioni, sembra che ci si sottragga. Tra i temi che oggi abbiamo affrontato, quello sulle minoranze linguistiche è uno dei più sentiti, lo abbiamo visto anche dagli incontri precedenti che abbiamo fatto come Consulta nelle valli, questa estate, sempre ben frequentati».
I lavori sono stati introdotti dal presidente della Consulta, Giandomenico Falcon, che ha parlato del valore odierno dell’autonomia speciale in un territorio unico nel suo genere come quello del Trentino AltoAdige/Südtirol, «dal punto di vista politico e geografico». Falcon ha fatto anche riferimento ai prossimi referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto, dicendosi «favorevole all’estensione delle autonomie e alla richiesta delle regioni di avere una maggiore autosufficienza». Un tema, quello dell’unicità territoriale delle due Province, sottolineato anche da Martina Loss, membro della Consulta, che ha voluto insistere sull’obiettivo di «trovare punti di unione con la Provincia di Bolzano, soprattutto tramite occasioni di ascolto come questo laboratorio. Se non ci dovessero arrivare spunti sufficienti, è come se i cittadini lasciassero allo Stato tutte le decisioni finali, rinunciando a quell’autonomia di governo che ci rende unici». La tavola rotonda, pur ridotta, è stata animata da diversi interventi, a cui poi hanno replicato i membri della Consulta presenti in sala. Sul primo tema, quello relativo ai fondamenti dell’autonomia sociale, si è discusso dei limiti odierni, della gestione dei confini e del territorio. Alcuni cittadini hanno poi espresso perplessità sul documento stesso, giudicato troppo retorico e poco incisivo, per cui «lontano» da chi vive nelle province. Qualcuno ha portato l’esempio della Svizzera, che potrebbe diventare un punto di riferimento sia per quanto riguarda la democrazia partecipativa, che per il rapporto con le minoranze linguistiche. Oggi il laboratorio, sempre in Piazza Dante, proseguirà affrontando altri cinque punti dello statuto. Si partirà alle ore 9 e poi ancora nel pomeriggio dalle ore 14.