Corriere del Trentino

Carroccio furioso «Conti azzerati, c’è un disegno»

La Procura di Genova: «Abbiamo tutelato il Parlamento»

- Scarpetta

TRENTO «C’è un disegno. Una scheggia impazzita della magistratu­ra vuole azzoppare la Lega Nord ora che è tornata a crescere». Non ha dubbi il segretario provincial­e del Carroccio. All’indomani dell’azzerament­o del conto in banca del partito trentino, Maurizio Fugatti punta l’indice contro i giudici. «Una decisione inaudita — ricorda — mai presa prima d’ora».

«Ieri stavamo controllan­do il conto per operazioni di routine e ci siamo accorti che era stato azzerato. Cortesemen­te la banca ci ha spiegato che i 78000 euro giacenti erano stati spostati su un fondo di giustizia per ordine della magistratu­ra. A noi, però, non era stato notificato alcunché». Ora la Lega trentina, al pari di quella nazionale — o meglio federale — non sa come pagare stipendi e fornitori. «Sono seriamente preoccupat­o — ammette Fugatti — Ad oggi non so dire come faremo ad onorare gli impegni che abbiamo preso». Il primo problema è come pagare domani i pullman per Pontida. «Ne abbiamo prenotati quattro per andare con i militanti alla festa, in qualche modo bisognerà saldare il conto. Dovremo chiedere ai militanti, da cui già riscuotiam­o una comparteci­pazione, di coprire interament­e le spese di trasporto». I pullman in qualche modo saranno pagati, ma il Carroccio trentino ha davanti a sé un anno di campagna elettorale cui fare fronte. «Le politiche tra pochi mesi — ricorda Fugatti — e poco dopo bisognerà cominciare a preparare le provincial­i. È un chiaro tentativo di azzopparci e di impedirci di essere competitiv­i alle elezioni». Matteo Salvini ha già annunciato lo scontato ricorso contro il provvedime­nto che ha formalment­e congelato 48 milioni di euro di contributi pubblici pagati dallo Stato al partito che fu di Bossi, soldi che oggi non si sono più. «Ma se si dovesse attendere il secondo grado di giudizio — fa notare Fugatti — noi resteremo con i conti azzerati almeno per un anno».

Il segretario trentino contesta non solo la decisione generale della magistratu­ra, ma in particolar­e la scelta di svuotare il conto di Trento. «Noi siamo un partito autonomo e quei soldi, per lo più, vengono dai contributi degli eletti, dalle tessere e dai contributi volontari degli iscritti. Milano ci aiuta solo un po’ in occasione delle elezioni. A che titolo, dunque, sono stati sequestrat­i?». Non solo: l’intero sequestro sarebbe paradossal­e. «Sono sicuro che alla fine Bossi dimostrerà la sua innocenza, ma è stato condannato per qualche centinaio di migliaio di euro, una vicenda che vede la Lega come parte lesa, perché sequestrar­e tutto?».

Il procurator­e capo di Genova Francesco Cozzi, in giornata, ha risposto così: «Abbiamo il massimo rispetto per la Lega e per tutti i partiti. Ma noi non abbiamo messo in atto nessun attentato alla Costituzio­ne, anzi è stata intrapresa una azione a tutela del Parlamento. Camera e Senato si sono costituiti parte civile nel processo per avere risarcito un danno derivante dalla erogazione di contribuit­i che non dovevano essere dati perché fondati su bilanci non corretti. Noi abbiamo agito a tutela del Parlamento». Nello specifico, Camera e Senato chiedono al partito di «Roma ladrona» 59 milioni di euro di finanziame­nti pubblici concessi al tempo della segreteria Bossi e giudicati non dovuti. Non a caso, lo stesso Senatur è da tempo ai ferri corti con Salvini anche su questo, al punto da aver chiesto lui al Carroccio la restituzio­ne di 40 milioni ottenuti dalla sua segreteria e poi «spariti». La sua accusa è che siano stati spesi per le campagne elettorali di Roberto Maroni.

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Segretario Maurizio Fugatti (Rensi)

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