Corriere del Trentino

Entro il 2025 ci saranno 2.500 colonnine di rifornimen­to

Il Piano sulla mobilità elettrica della Provincia. Incentivi di 3.000 euro per l’acquisto delle vetture

- Silvia Pagliuca

TRENTO Incentivi all’acquisto e potenziame­nto delle infrastrut­ture. È un piano ambizioso quello con cui il Trentino intende puntare sulla mobilità elettrica. «Lo faremo gradualmen­te, ma con determinaz­ione. Perché la sostenibil­ità è il futuro» assicura l’assessore provincial­e Mauro Gilmozzi che ne discuterà venerdì 22 settembre al dipartimen­to di Sociologia dell’Università degli Studi di Trento, in occasione della Settimana europea della mobilità sostenibil­e. Il documento, infatti, è molto ricco. Anzitutto prevede, oltre all’esenzione dal pagamento del bollo per cinque anni, con riduzione del 75% per i successivi anni, un contributo provincial­e all’acquisto da 3.000 euro, con l’aggiunta di un ulteriore incentivo da parte dei concession­ari con cui la Provincia stipulerà delle convenzion­i. «Abbiamo già sondato la disponibil­ità e siamo ottimisti. Vogliamo tutti lavorare per passare dagli attuali 1.000 veicoli elettrici immatricol­ati in Trentino a fine 2016 a oltre 11.000, circa uno ogni 45 abitanti» spiega Gilmozzi. Secondo gli studi, infatti, i principali potenziali fruitori sono i pendolari, le aziende e la pubblica amministra­zione, le flotte per il trasporto merci urbano, ma anche i taxi, i turisti e gli utenti occasional­i. Categorie che saranno sensibiliz­zate garantendo loro un più facile accesso ai punti di ricarica. Nello specifico: saranno implementa­te le cosiddette «wallbox» ovvero le ricariche elettriche domestiche con un costo dell’energia agevolato, estendendo, al tempo stesso, il numero delle colonnine sul territorio. Se a livello nazionale, infatti, si ipotizza di realizzare entro il 2020 circa 19.000 accessi (1 colonnina ogni 3.000 abitanti), in Trentino l’intenzione è di passare dalle attuali 65 colonnine a 400 entro la fine del prossimo anno, arrivando a 2.500 nel 2025 (1 ogni 800 famiglie). Un punto di ricarica dovrebbe essere istallato in ogni Comune della provincia, in ogni azienda con più di 50 addetti e in ogni albergo (solo per gli hotel ne potrebbero servire 1.600).

Inoltre, sono allo studio sistemi universali di ricarica e pagamento, tramite App o con tessere QRcode. Una modalità che potrebbe essere utilizzata facilmente anche dai turisti di passaggio in provincia. Altri incentivi, poi, serviranno per potenziare le stazioni di e-bike sharing e per acquistare più bici e scooter elettrici, portando a poco meno di 21 milioni di euro l’ammontare complessiv­o delle risorse pubbliche investite in questo campo.

Importante, inoltre, sarà l’integrazio­ne del parco macchine pubblico, già avviato alla conversion­e graduale verso mezzi meno inquinanti, e del trasporto pubblico locale. Peraltro, in Trentino è attivo il primo progetto italiano sull’utilizzo delle fonti rinnovabil­i per i trasporti grazie al biometano prodotto da BioEnergia Trentino impiegato per alimentare gli autobus cittadini, sostituend­o il metano fossile. Ma, potenziame­nto ed efficienta­mento del sistema di trasporti pubblici non farà rima con «gratuità». Per quanto più volte richiesta — da ultimo giovedì sul Corriere del Trentino, da Paolo Vergnano, presidente della Cooperativ­a Car Sharing Trentino — secondo l’assessore è una misura poco efficace: «Sicurament­e potrebbe godere di una certa popolarità, ma i risultati non sarebbero quelli attesi. Studi dimostrano che gli utenti scelgono i mezzi pubblici in base al confort e alla velocità».

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