Corriere del Trentino

Anziani, la giunta approva la riforma Resta un puzzle di 41 case di riposo

Dori: «Le direttive rendano obbligator­ie le gestioni associate»

- T. Sc.

TRENTO La riforma del welfare per gli anziani è stata approvata ieri, in via preliminar­e, in giunta provincial­e. I 18 articoli che la compongono cominceran­no presto l’iter legislativ­o, per approdare in aula a novembre, in modo da passare alla fase operativa nel 2018 e in modo da definire il quadro normativo prima della prossima manovra di bilancio. «Cifre non ne faccio — ha premesso Luca Zeni — ma ci saranno risorse aggiuntive per ampliare la gamma dei servizi, in primis quelli domiciliar­i».

Il testo approvato ieri dall’esecutivo non prevede né la «Casa di riposo unica», progetto contro cui si era scagliata anche parte della maggioranz­a, né le fusioni delle 41 Apsp (le aziende di servizi alla persona che gestiscono le case di riposo, o rsa) attualment­e presenti in provincia, pensate per avere una sola Apsp per Comunità di valle. Di fronte alla contrariet­à di buona parte degli operatori e i dubbi espressi in particolar­e dall’Upt, Luca Zeni ha optato per un ampio passo indietro e rinunciato anche al secondo progetto di razionaliz­zazione. «Le riforme — ha obiettato in conferenza stampa — camminano sulle gambe degli uomini, perché funzionino serve convinzion­e». Insomma, Zeni non dubita che le prime due ipotesi fossero migliori, ma ha preferito portare a casa una riforma che non risolve il nodo della frammentaz­ione del sistema dell’assistenza agli anziani, piuttosto che nessuna riforma. «Il nostro principale obiettivo — spiega — era la nascita dello Spazio argento, un punto unico di accesso cui gli anziani (over 65, ndr) potranno rivolgersi per ogni questione sociale e sanitaria, che si troverà all’interno della Comunità di valle». L’obiettivo della razionaliz­zazione — ad esempio la necessità di pagare 41 stipendi ad altrettant­i direttori — verrà raggiunto tramite le direttive impartite da Piazza Dante. «Sulla gestione associata dei servizi — ha puntualizz­ato Ugo Rossi — ci aspettiamo molta correspons­abilità». L’esperienza dei Comuni, però, insegna che in assenza di una vera obbligator­ietà, raramente la gestione associata dei servizi viene realizzata.

«Ci attendiamo — commenta Renzo Dori, presidente della Apsp Grazioli, una delle maggiori — che le direttive si caratteriz­zino per un’obbligator­ietà di fatto, per quanto graduale, diversamen­te non si capirebbe per cosa si è fatto tutto questo. In gioco non ci sono solo i risparmi che si possono ottenere associando­si, quindi maggiori servizi, ma la possibilit­à di una contaminaz­ione positiva che si realizza quando le migliori pratiche diventano patrimonio comune. Finché si resta separati, ognuno continuerà a fare ciò che ha sempre fatto indipenden­temente che sia la cosa migliore o meno». Qualche dubbio anche sullo Spazio argento. «Io non sono convinto che separare gli ultra 65enni dal resto della società sia la strada migliore. In ogni caso, questo Spazio argento è tutto da costruire, a partire dal personale. Il nodo resta quello dei servizi, che vanno implementa­ti».

Un obiettivo condiviso anche da Cgil, Cisl e Uil, che avevano sostenuto il progetto di razionaliz­zazione e che ora criticano il mancato superament­o della frammentaz­ione del sistema. «Superare la frammentaz­ione del quadro attuale, anche attraverso meccanismi meno rigidi delle fusioni — scrivo le segreterie confederal­i di Cgil, Cisl e Uil — è l’unica strada per avviare una gestione di filiera dei servizi agli anziani e resta il modo migliore per raggiunger­e gli importanti obiettivi che la riforma si è data e che noi abbiamo condiviso, cioè rafforzare i servizi alla popolazion­e anziana».

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Giunta L’assessore Luca Zeni (Rensi)

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