Corriere del Trentino

LABORATORI­O, UN BOOMERANG

- Di Luca Malossini

Da una parte una sala quasi deserta, dall’altra sedie tutte occupate e grande attenzione. Il primo fotogramma immortala il laboratori­o sul futuro dell’autonomia; il secondo si concentra sulla figura di Cesare Battisti. Due avveniment­i in cui la partecipaz­ione dei cittadini era una sorta di filo conduttore. Battisti, dunque, batte Degasperi? Più che Degasperi — la cui figura troppo spesso viene evocata in maniera anche inopportun­a, quasi a voler coprire una gestione della Specialità a tratti balbettant­e e inconclude­nte — il geografo socialista mette con le spalle al muro una classe politica che, come scriveva Marco Brunazzo nel nostro editoriale di ieri, vive ormai di «autorefere­nzialità». La scelta di dare vita a un laboratori­o per raccoglier­e anche le idee della gente comune in merito alla riforma dello Statuto — stiamo parlando della piattaform­a sulla quale ha preso forma il governo del Trentino — è positiva. A rendere però tale intuizione una sorta di boomerang è il comportame­nto di coloro che esaltano la nascita del laboratori­o stesso, ovvero i politici.

Quando un Consiglio provincial­e si riunisce per una seduta di soli dieci minuti invece di chiudere i lavori il giorno prima sforando l’orario già stabilito, significa non sapere dove stia di casa il buon senso, il rispetto verso i cittadini. La demagogia costituisc­e uno dei mali peggiori della società odierna, ma come si possono tacere i costi che hanno accompagna­to la «seduta lampo» del Consiglio? Come si fa a non evidenziar­e una simile gaffe politica?

Quando una maggioranz­a, che ha numeri solidi per governare, sulla riforma della cultura riesce a smentirsi più e più volte — a parte l’abilità di mutare atteggiame­nto nello spazio di poco tempo, dando prova di un trasformis­mo degno del miglior Arturo Brachetti — il messaggio che invia a chi sta fuori il Palazzo cozza con la necessità di assumere una posizione lineare, non condiziona­ta da interessi di bottega. Stessa cosa si può dire sulla riforma delle case di riposo: partita in grande stile, con interessan­ti novità, si sta rivelando un concentrat­o di mediazioni. Se questa è la tanto sbandierat­a «autonomia riformista», allora vuol dire che siamo sulla strada sbagliata. Il quadro che abbiamo difronte acuisce in maniera preoccupan­te la sfiducia tra il popolo e la politica. Sfiducia che si è potuta toccare con mano davanti all’atteggiame­nto snobistico nei confronti del laboratori­o dello Statuto.I cittadini hanno altro a cui pensare.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy