Turismo: Bolzano agisce, Trento osserva
L’Alto Adige cancella i consorzi. Rossini: vediamo le ricadute. Malossini: quattro Apt
L’ Alto Adige ha approvato una forte semplificazione in tema di promozione turistica: via i 14 consorzi, il secondo livello fra Idm e associazioni locali. Trento da anni discute dell’opportunità di ridurre le 14 Apt. Malossini, che le ha istituite nel 1986, ritiene che il modello bolzanino debba essere tenuto da conto, accorpando le Apt in quattro grandi ambiti. Rossini vuole attendere un anno per vedere se lo schema funziona.
TRENTO In Alto Adige il consiglio provinciale l’altro ieri ha approvato la riforma dell’ordinamento del turismo, cancellando i 14 Consorzi turistici che raggruppavano le circa 80 associazioni locali. E in Trentino, in cui da anni si parla di accorpare le 14 Apt d’ambito? «Il prossimo governo provinciale dovrebbe mettere questo tema in agenda fin dall’inizio» dice Mario Malossini, che nel 1986 istituì le Apt. La riforma altoatesina viene osservata con attenzione anche da Maurizio Rossini, amministratore unico di Trentino marketing, che vuole però attendere almeno un anno, per soppesare gli effetti di una simile decisione e poi giudicare.
Il sistema altoatesino fino a ieri era comporto da tre livelli: le 80 associazioni locali, che si raggruppano in 14 consorzi, con Idm come centrale unica provinciale di coordinamento. Ora la semplificazione messa a punto riduce a due i livelli, con Idm che controllerà direttamente il processo, anche grazie un’articolazione territoriale a Bolzano, Merano e Brunico. La decisione ha destato le critiche di territori con un brand molto importante, come l’Alta Badia, l’Alta Pusteria e la Val Gardena. Da ricordare inoltre che una fetta importante delle risorse a disposizione del settore in Alto Adige, 19 milioni su circa 70, proviene da donazioni volontarie di privati, che potrebbero diventare meno generosi.
In Trentino la situazione è differente. Le 14 Apt d’ambito non hanno cda composti da rappresentanti di associazioni locali (che non esistono), ma direttamente da singoli operatori. La struttura vede Trentino marketing a capo della filiera, con il secondo livello formato dalle Apt.
«Resta il fatto che anche in Trentino è tempo che si faccia un passo avanti — afferma Malossini, inventore della «farfalla» di Trentino marketing all’epoca della sua presidenza della Provincia —. Da quando le Apt furono istituite nel 1986 è cambiato il mondo. Adesso è necessario rivolgersi a tutti i mercati. Il turismo ha una potenzialità in crescita, nel 2016 si calcola che 1,4 miliardi di persone nel mondo abbiano viaggiato per turismo e nel 2020 si stima che il loro numero raggiunga i due miliardi». «In un contesto simile — ragiona — io promuoverei un fortissimo rafforzamento di Trentino marketing, un “palazzo intelligente” in grado di coordinare le strategie di mercato basandosi sui brand forti, in primis Dolomiti e Garda. Credo che le 14 Apt dovrebbero essere ridotte a 4 ambiti: Dolomiti Orientali, Dolomiti Occidentali, Garda e Asta dell’Adige. Non escluderei nemmeno che si potessero attivare delle associazioni nei territori, sul modello altoatesino». «La semplificazione — prosegue Malossini — sarebbe un passo importante, anche per rispondere ai problemi di sostenibilità finanziaria delle Apt. Inoltre su Trentino marketing vedrei pure l’arrivo di una parte delle azioni volte all’internazionalizzazione. Lo spunto che ci arriva da Bolzano è importante: guardiamo con attenzione agli sviluppi».
Rossini, dal punto di vista tecnico ed evitando considerazioni di natura politica, riconosce che in Alto Adige «è stata fatta una scelta forte, impegnativa nella sua attuazione, che ha sollevato un certo dibattito. Da parte nostra non sono in corso ragionamenti operativi miranti a riorganizzazioni. Il sistema ora funziona al meglio. Quello che a noi serve è il mix fra il presidio forte del territorio e la massa critica che ci consenta di affrontare i mercati mondiali. Per fortuna che ci sono risultati buoni sia in Trentino che in Alto Adige e forse questo per loro è il momento più adatto per certi cambiamenti». «Siamo osservatori attenti del modello di Bolzano — conclude —, che però ha bisogno di essere applicato e di mostrare i suoi frutti.Nessuno, ricordo, ha la bacchetta magica».