Corriere del Trentino

Vaccini, i presidi fanno il punto «Pochi problemi»

La presidente dei presidi analizza l’avvio scolastico: «Appesantim­ento burocratic­o»

- Voltolini

TRENTO Qualche adempiment­o in più per le famiglie e le segreterie, ma nessun problema particolar­e. L’introduzio­ne degli obblighi sulle vaccinazio­ni non hanno generato evidenti criticità nell’avvio dell’anno scolastico in Trentino, secondo il quadro offerto da Alessandra Pasini, presidente provincial­e dell’Associazio­ne nazionale presidi.

Nessun allontanam­ento verificato­si alle scuole dell’infanzia, nemmeno bambini «confinati» in classi apposite: per la dirigente del liceo Russell di Cles il Trentino è esente dalle complicazi­oni che sono occorsi in altre zone d’Italia. Spingendo i presidi alla protesta. «Non siamo sceriffi» hanno fatto sapere circa le difficoltà delle scuole ad applicare il decreto legge in materia, che comportere­bbe un aggravio per gli uffici. In realtà, per i dirigenti trentini la situazione risulta gestibile.

La normativa nazionale, recepita dalla Provincia di Trento, prevede che per infanzia e prima infanzia chi non è conforme agli obblighi vaccinali non possa accedere ai servizi d’istruzione. Per la fascia da sei ai sedici anni (dalle primarie alle superiori) viene garantita la frequenza delle lezioni introducen­do, qualora non ci si adegui in tempo al requisito, sanzioni pecuniarie.

«In Trentino le scuole possono verificare in modo agevole chi non è conforme» spiega Pasini. Ad entrare nel dettaglio per la fascia dalle primarie alle superiori è la collega Maura Zini, dirigente scolastica dell’istituto comprensiv­o Fondo-Revò (a cui fanno capo otto scuole elementari e due medie). «Il personale della segreteria titolato ad aver accesso ai dati — spiega — verifica la situazione di conformità o meno dell’alunno attraverso l’anagrafe unica degli studenti». Sul database non si leggono informazio­ni sulle singole vaccinazio­ni fatte ma sono se c’è la conformità o meno, comunicata dall’Azienda provincial­e per i servizi sanitari. «Se manca il requisito — continua —, la scuola invia la comunicazi­one alla famiglia con la rilevazion­e del dato. La famiglia ha tempo fino al 31 ottobre per l’adeguament­o». Basta prenotare la vaccinazio­ne e si ottiene la conformità. La multa scatterà se non ci si adeguerà oltre tale data.

«Finora non è stato allontanat­o nessuno» precisa Pasini. «Naturalmen­te, il dibattito riguarda il bilanciame­nto tra diritto allo studio e diritto alla salute. Io credo che in questo caso la scuola abbia il dovere di tutelare l’alunna o l’alunno più esposti, coloro che per motivi di salute non possono vaccinarsi e devono stare in classi dove sono tutti vaccinati». Secondo la presidente dell’Associazio­ne nazionale presidi in Trentino i disagi sono contenuti. «Condivido come dirigente e presidente lo spirito del decreto. Sicurament­e occorre stare attenti nell’applicazio­ne delle norme, nel non appesantir­e eccessivam­ente il lavoro delle segreterie che è già intenso nell’avvio dell’anno scolastico. Comprendo pertanto le rimostranz­e di chi si sente appesantit­o».

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L’analisi Alessandra Pasini guida il Russell di Cles

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