Corriere del Trentino

Pattini difende l’epigrafe dei soldati

Il consiglier­e rilancia dopo le critiche. Pattini: «Isnenghi, parole oscurantis­te»

- Andrea Rossi Tonon

Alberto Pattini fu uno dei promotori dell’epigrafe per i caduti trentini con la divisa austrounga­rica e, di fronte alle parole di Isnenghi, si dice «esterrefat­to».

TRENTO «Potremmo discutere sulle ragioni che hanno portato Isnenghi a definire così quella lapide, di certo però c’è che se accanto ad essa avessimo collocato la targa in ricordo di profughi e deportati dal Trentino avremmo dato una rappresent­azione più completa di quel periodo storico». Da un lato vi è lo «stupore» per le affermazio­ni di uno dei massimi storici italiani della Grande guerra, dall’altro il fastidio provocato da quel sassolino le scarpa. Vanni Scalfi coglie l’occasione offerta dal professor Mario Isnenghi, il quale ha definito «sciagurata e deplorabil­e» l’epigrafe di via Belenzani in ricordo dei soldati trentini caduti combattend­o per l’esercito austrounga­rico (Corriere del Trentino di ieri) per ricordare la «decisione già assunta ma a cui ancora non è seguita alcuna azione». Nessun commento dal punto di vista politico giunge dal consiglier­e comunale, che si dice «stupido» ma per esprimersi preferireb­be «conoscere i motivi che hanno spinto Isnenghi a definire così quella lapide».

Davanti a quelle dichiarazi­oni si dice invece «esterrefat­to» il consiglier­e Alberto Pattini, promotore dell’iniziativa nel 2008. La lapide venne infatti inaugurata il 26 luglio di quell’anno «e alla cerimonia presenziar­ono, tra gli altri, l’allora vicesindac­o Andreatta, un picchetto di alpini, l’ex governator­e Lorenzo Dellai» ricorda Pattini. «Sono dichiarazi­oni che definirei oscurantis­te» continua il consiglier­e comunale, il quale ricorda che «la proposta di realizzare l’epigrafe venne approvata all’unanimità». Pattini definisce inoltre le parole di Isnenghi «offensive nei miei confronti e di chi, con me, ha lavorato a una lunga e approfondi­ta ricerca di nomi e atti che ha preceduto la realizzazi­one della lapide». Insieme all’epigrafe venne inoltre presentato un libro, scritto dallo stesso consiglier­e comunale, contenente i nomi dei caduti.

«Noi abbiamo fatto pace con la storia, si vede che dopo 100 anni dalla fine del conflitto il professore deve invece ancora farla — conclude Pattini — Un atto di pacificazi­one come è avvenuto anche in Friuli e in altri territori».

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Inaugurazi­one Un momento della cerimonia di inaugurazi­one avvenuta nel 2008

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