«Investimenti, fate le verifiche sui prodotti»
I consigli di Biasior dopo la truffa milionaria: «I guadagni promessi erano improbabili»
TRENTO «Esiste una regola semplice e antica per guardarsi dalle offerte sui guadagni troppo facili: compiere una prima verifica sui soggetti che li offrono e una seconda sui prodotti. Da lì si capisce il livello di pericolosità. E se ci si trova di fronte a veri e propri raggiri». Carlo Biasior, direttore del Centro di ricerca e tutela dei consumatori e degli utenti di Trento, offre alcuni consigli agli investitori. Indicazioni utili per stare in guardia e evitare di imbattersi in truffe anche ingegnose come quella architettata da Jorge Antero da Silva Queiros, il «Madoff lusitano», e scoperta dalla Guardia di finanza di Trento. Un imbroglio nel quale sono incappate 77 persone, di cui 65 trentine, che avrebbero versato dal 2010 a oggi somme per 2,7 milioni di euro.
Il raggiro sventato dall’operazione «Goodsense» della Finanza ha richiamato l’attenzione su un settore, quello degli investimenti finanziari, che non è esente dal rischio truffe. I pericoli sono reali?
«Nel comparto degli investimenti tutto è normato. Il mercato è regolamentato. Gli operatori devono essere iscritti all’albo e quindi autorizzati a svolgere la propria attività. Questi sono fattori di garanzia».
In generale però occorre stare in guardia?
«Basta affidarsi a chi fa delle verifiche, un esperto del settore oppure un ufficio come il nostro di tutela dei consumatori: per valutare con competenza vantaggi e limiti del prodotto offerto, a favore di una scelta consapevole dell’investitore. Detto questo, esiste una regola molto vecchia e riguarda una doppia verifica: sui soggetti e sui prodotti. Da lì si capisce l’eventuale livello di pericolosità».
Un guadagno lauto e facile come quello offerto dal sistema architettato da Queiros non esiste?
«Guardando alla media del mercato, guadagni dell’8, 10, 12% per cento in questo periodo appaiono improbabili. Giocare alle slot machine è la stessa cosa. I rendimenti attuali sono molto più bassi».
Alla luce della vostra esperienza come centro di tutela che idea si è fatto del raggiro scoperto dalla Finanza?
«Un sistema di ingegneria finanziaria che comprendeva varie realtà. Non era facile accorgersene per chi non pratica il settore. Ma un campanello d’allarme poteva scattare vedendo le società estere e la presenza di trust. Un altro deve scattare sempre se mancano documenti e testi scritti. C’è tuttavia un punto chiave in questo tipo di vicende ed è il non capire».
Il punto oscuro va chiarito sempre, senza lasciarsi distrarre dagli alti tassi d’interesse?
«Infatti. Un’altra regola generale: fin quando non capisco è meglio che non mi fidi. Perché non è che non si capisce per ignoranza. È perché queste persone hanno tutto l’interesse a non chiarire».
Come Crtcu avete ricevuto segnalazioni su probabili offerte truffaldine?
«Non riguardo a offerte non abilitate. Abbiamo invece avuto casi segnalati di forme borderline. Del tipo, un consiglio dato a qualcuno da un amico o parente a investire nelle criptomonete, le valute virtuali. Ma tutto in un ambito non giuridico, difficilmente perseguibile».