TRENO TRA RUMORI E BESTEMMIE I PENDOLARI SONO ESASPERATI C
È ripresa da poco la scuola e la ferrovia Trento-MalèMarilleva, come tutti i mezzi pubblici, si riempie di studenti delle scuole superiori. La maggior parte di loro durante i viaggi si comporta educatamente, rispettando gli altri viaggiatori e i veicoli che stanno utilizzando. C’è però una certa minoranza, sia maschile sia femminile, che ignora (non so se volutamente o meno) le buone regole di qualunque società civile: schiamazzi, rutti, bestemmie, piedi appoggiati sul sedile di fronte e tanto altro. Non hanno rispetto neppure per gli anziani: spesso occupano il posto con le cartelle per l’amico che sale tra tre o cinque stazioni e intanto costoro rimangono in piedi. Faccio il lavoratore pendolare da oltre 20 anni, una volta con un rimbrotto ottenevi almeno delle scuse; ora ti va bene se non ti ridono in faccia. Ne ho parlato con diversi controllori, molti dei quali li conosco ormai da anni, e tutti mi hanno confermato la stessa cosa: non possono fare nulla. A uno addirittura che ha tentato di calmarli, qualche giorno fa, hanno sputato e rotto un palmare. Mi chiedo davvero dove andremo a finire di questo passo: possibile che, dopo una giornata di lavoro, non si possa stare un po’ tranquilli a leggere o a riposare? Ma poi, quale educazione stiamo insegnando a questi ragazzi? Che tutto è permesso? Dennis Mondini, PREDAIA
Caro Mondini,
iò che lei descrive, purtroppo, non è una novità. Come ho già avuto modo di ribadire più volte, il senso civico per molti giovani è diventato un optional. Nel caso in questione, poi, i genitori di questi ragazzi — ragazzi che saranno pure una minoranza ma a quanto pare in grado di tenere in scacco un treno — non mi pare abbiano lavorato molto sotto l’aspetto educativo; se l’hanno fatto, i risultati sono alquanto scadenti. Bestemmiare, non avere rispetto per le persone anziane, danneggiare le cose altrui, assumere atteggiamenti impropri all’interno di una comunità rappresentano il riassunto di una società che cammina a due velocità.
Ciò che però mi ha colpito, e molto stupito, della sua lettera, è quel «non possiamo fare nulla» risposto alla richiesta di un intervento da parte dei controllori. Mi piacerebbe, e spero che i vertici della Trentino Trasporti possano esaudire la richiesta che è anche sua e di tutti i pendolari della tratta in questione, sapere se ciò corrisponde al vero. A mio avviso sarebbe un fatto grave se i controllori fossero costretti a rimanere veramente in disparte, impotenti davanti all’insorgere dell’inciviltà giovanile. A ogni modo a prendere i nomi di chi disturba e avvisare i genitori non si dovrebbe incorrere in chissà quali conseguenze. Sarebbe già un segnale importante.