Malattie rare, cambiano le esenzioni Timori degli utenti, l’Asl rassicura «L’informazione viene garantita»
Si sta compiendo anche in Alto Adige, come nel resto d’Italia, una sorta di «rivoluzione» nel bacino sanitario delle malattie rare in seguito alla ratifica da parte delle Regioni e delle Province autonome del decreto governativo del 12 gennaio, che di fatto riclassifica le patologie in relazione alle esenzioni dalla partecipazione al costo. Un testo che dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, aveva visto concedere agli enti locali un limite di 180 giorni per adeguare i loro iter, limite scaduto il 14 settembre. Anche la Provincia di Bolzano — che in questo ambito lavora in rete con il Trentino e il Veneto nella cosiddetta Area Vasta — si sta apprestando ad approvare nella prossima seduta dell’esecutivo la delibera che recepisce il decreto e fissa l’elenco dei centri accreditati ad effettuare le certificazioni con i nuovi codici.
«È un processo che qui in Alto Adige abbiamo già portato avanti ampiamente in estate e che vede già dal 15 settembre la possibilità per i medici accreditati di fare diagnosi nuove o aggiornamenti, visto che poi la delibera di fatto sarà retroattiva — spiega il dottor Francesco Benedicenti, responsabile del Servizio di consulenza genetica dell’Asl altoatesina e membro del tavolo tecnico interregionale che si sta occupando di portare a termine al meglio la miniriforma — lo scenario è complesso: ci sono per esempio malattie che passano da “croniche” a “rare”, e quindi hanno bisogno di nuove certificazioni nei centri abilitati, oppure viceversa. Ci sono patologie che cambiano gruppo, ci sono “codici aperti” e quant’altro. Di fatto l’elenco delle malattie rare con l’esenzione viene ampliato ma c’è dietro tutto un ampio lavoro di riclassificazione».
Un intervento complesso che aveva portato a qualche timore tra le famiglie, in sostanza alla paura di perdere l’esenzione (non si parla solo di farmaci ma di tutti i servizi che ruotano attorno a un malato di questo tipo) magari a causa di una mancata dichiarazione.
Qualcuno ha anche lanciato un preciso allarme, come Girolamo Amato, già candidato nel Partito Pensionati, che da tempo ha a cuore il problema al punto da «stimolare» anche gli uffici sanitari: «In questa fase va garantita massima informazione, a tutte le fasce della popolazione, nei grandi centri e anche nelle periferie. Si può fare di più in questo senso», dice Amato.
L’istituzione ha parole rassicuranti: «Ci saranno comunicazioni sanitarie, soprattutto per chi avrà bisogno di una nuova certificazione, poi anche le farmacie ospedaliere avranno già in rete l’indicazione dei farmaci con l’esenzione — conferma Benedicenti — ma noi stessi qui al Servizio di