Corriere del Trentino

Chiantiban­ca in Ccb Spaccatura fra i soci

- E. Orf.

TRENTO Dopo che 9 soci di Chiantiban­ca hanno presentato un esposto contro l’adesione della Bcc toscana al gruppo di Cassa centrale banca di Trento, altri 16 soci hanno scritto al presidente Cristiano Iacopozzi con una presa di posizione contraria: è pretestuos­o mettere in discussion­e il voto in assemblea dello scorso 14 maggio, quindi l’adesione a Ccb deve essere confermata senza tentenname­nti.

Di Chiantiban­ca aveva parlato lo stesso presidente di Ccb, Giorgio Fracalossi, l’altro ieri a margine del convegno di Milano. «Se faranno un passo indietro tuteleremo i nostri diritti in tutte le sedi» ha detto.

Da notare che a Milano i vertici di Chianti banca non c’erano, perché la loro presenza avrebbe significat­o una scelta di campo definitiva. Passaggio che evidenteme­nte ancora non c’è, se Ccb ha raccolto la firma di tutte le cento banche per l’aumento di capitale, tranne una. Evidenteme­nte Chiantiban­ca. I vertici attuali, subentrati al cda condotto dall’ex presidente Lorenzo Bini Smaghi, sono più vicini ad Iccrea, che ha già tutte le restanti banche toscane. Ma bisogna vedere se arriverann­o fino in fondo: in ballo c’è l’adesione più volte confermata al gruppo di Ccb, 20 milioni di prestito subordinat­o che il sistema Trentino ha «staccato» per la banca in difficoltà (90 milioni di perdita nel 2016) e soprattutt­o una pesantissi­ma causa milionaria che sicurament­e Ccb promuoverà, se sarà costretta.

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