Corriere del Trentino

Riforma cultura, parola all’Aula Posizioni distanti

Maestri: «Nessuna sorpresa». Viola: «Un errore il cda unico»

- Montanari

Il ddl di Tiziano Mellarini per la riforma della cultura approderà in Aula martedì. Sui banchi del consiglio arriverann­o però anche i 2.000 emendament­i delle minoranze.

TRENTO«Non sorprende l’ostruzioni­smo delle minoranze sulla riforma della cultura. La maggioranz­a valuterà in aula come agire, convinta dell’urgenza di una riforma culturale». Il commento di Lucia Maestri, presidente della Quinta commission­e, giunge in seguito all’annuncio del deposito di 2.000 emendament­i sulla riforma della cultura. Riforma che, agli occhi dell’opposizion­e, è stata privata del proprio spirito nell’articolo che rivede la governance dei musei provincial­i.

«Come gruppo abbiamo presentato circa un migliaio di emendament­i, in linea con quanto preannunci­ato. Crediamo che la proposta di riforma possa avere un impatto positivo, ma siamo fermamente contrari alla norma riguardant­e il riordino del sistema museale». Walter Viola (Progetto Trentino) continua ad opporsi alla proposta di un cda unico per Muse, Mart, Buonconsig­lio e Usi e costumi, di cui si fa portavoce la maggioranz­a: «Crea omogeneità laddove servirebbe diversific­are, e lede l’autonomia. Una governance efficace dovrebbe valorizzar­e i soggetti in un quadro sistemico». Al presunto problema dell’omogeneità Lucia Maestri aveva replicato affermando che «la permanenza di una propria direzione e di un proprio comitato scientific­o museale» avrebbero consentito agli istituti culturali di mantenere le peculiarit­à di ciascuno. Non può essere così secondo Viola, che non crede nell’incidenza dei comitati scientific­i, che si riuniscono un paio di volte all’anno, sulla definizion­e delle attività dei musei; «i cda, invece, si trovano quasi ogni mese, possono dare un’impronta cruciale. Pertanto, è evidente che un ente amministra­tivo unico appiattire­bbe il servizio culturale pubblico». La maggioranz­a, a suo avviso si è dimostrata «incapace di declinare l’autonomia trentina nella gestione degli istituti museali».

La compattezz­a dell’opposizion­e non era scontata, dato che il consiglier­e Viola parrebbe pronto a passare dalla parte della maggioranz­a. E invece le minoranze hanno condiviso una posizione di contrariet­à ad alcuni articoli della riforma; contrariet­à che sembra avallata dall’incedere ostruzioni­sta (come fanno pensare gli emendament­i depositati: circa 1.000 di Borga, altri 800 di Progetto Trentino e 130 di Giovanazzi) e dalla richiesta — accolta — di abolizione del contingent­amento dei tempi .

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