Corriere del Trentino

PULIZIE DOMESTICHE, UOMINI E I RICERCATOR­I DI OXFORD

- Il caso di Luca Malossini Chiara Benelli

Leggevo di uno studio secondo cui chi fa le pulizie domestiche avrebbe un’aspettativ­a di vita mediamente più alta. Per le donne, a questo punto, le cose si mettono davvero bene, mentre dovremmo dedurne che gli uomini, la cui minore longevità è stata già ampiamente accertata, continuano ad avere prospettiv­e molto meno rosee. La mia è una constatazi­one un po’ ironica per sottolinea­re come purtroppo i lavori di casa continuino a essere appannaggi­o delle donne, mentre gli uomini vanno volentieri al traino. Qualche settimana fa mia figlia si è trasferita a Bologna per iniziare l’università e ha preso una stanza in affitto in un appartamen­to nel quale vivono ragazze e ragazzi. Da un rapido giro delle stanze si intuiva subito chi fosse in grado di riordinare un armadio e una scrivania, magari dando una spolverata al pavimento, e chi invece no. Oltretutto, la cucina e gli altri spazi comuni erano tappezzati di bigliettin­i minacciosi, dai quali si capiva che a farsi carico delle pulizie fossero puntualmen­te le inquiline. Ho avuto giusto il tempo di riprendere un treno, dopo aver salutato mia figlia, che ho ricevuto il primo messaggio: «Mamma, ho appena scoperto che Andrea non ha mai usato l’aspirapolv­ere Mi ha addirittur­a chiesto se per caso so come si accenda!». Certo, anche noi donne dovremmo farci un bell’esame di coscienza: abbiamo avuto decenni per stufarci del sessismo e delle stupide divisioni di genere della vita quotidiana, eppure abbiamo perseverat­o nell’errore, crescendo figli che, come i nostri padri e i nostri mariti, a venti o trent’anni non sono ancora in grado di prepararsi un piatto di pasta o, peggio ancora, pur sapendo come si fa ritengono non sia compito loro. Ecco, temo che se la media nazionale degli uomini abbia queste limitate capacità di sopravvive­nza, la ricerca riguardo le pulizie domestiche implichi davvero prospettiv­e molto poco rosee per loro.

Gentile signora Benelli,

onsapevole che sbrigare le faccende domestiche per un uomo (ci sono ovviamente le eccezioni) sia ancora un’attività più o meno sconosciut­a, non penso ciò avvenga per un atteggiame­nto tipicament­e maschilist­a che suddivide la società in precisi compartime­nti stagni. Sono più propenso a pensare, anche perché è quanto succede a me, che alla base ci siano dei reali problemi «tecnici». Se mi chiede seduta stante come caricare e avviare una lavatrice, alzo bandiera bianca. Mi gioco le mie carte invece nel rifare il letto, memore ancora dei giorni di punizione presi quando ero militare.

Se vogliamo sdrammatiz­zare, cito una ricerca dell’Università di Oxford che, algoritmi alla mano, ha dimostrato come per avere più probabilit­à di sedurre una donna occorra sbrigare le faccende domestiche. Lo studio in questione, condotto in numerosi Paesi europei, Australia e Stati Uniti, rivela anche delle differenze nei ruoli domestici tra uomo e donna. «Le donne privilegia­no gli uomini che diano una sensazione di responsabi­lità e laboriosit­à per una relazione a lungo termine», hanno spiegato ricercator­i. «Gli uomini che danno una mano nelle faccende domestiche si dimostrano più capaci di allevare i figli e mantenere la famiglia, quindi più attraenti per una scelta di convivenza». La ricerca ha misurato inoltre l’indice egualitari­o nelle coppie, cioè la differenza tra il tempo dedicato dai due sessi alle faccende di casa. Il Paese più «paritario» è risultato essere la Norvegia: gli uomini qui fanno più lavori domestici e risultano quindi più interessan­ti alle donne. In fondo alla lista Austria e Australia. E l’Italia? La ricerca di Oxford può aprire scenari inimmagina­bili.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy