Corriere del Trentino

Donne arrabbiate Due volte vittime di questa società

Ieri la manifestaz­ione della Cgil. Ferrari: «Investiamo nei servizi di supporto»

- Voltolini

Violenza sulle donne, oltre cento persone hanno partecipat­o al presidio promosso dalla Cgil davanti al Commissari­ato del governo. «La vera parità tra i generi non è ancora raggiunta, la battaglia va ripresa», dice Giovanna Weber della segreteria pensionati. L’assessora Ferrari: «Ogni anno 600 denunce per violenza».

TRENTO Oltre un centinaio le persone presenti davanti alla scritta «Fermiamo i femminicid­i». Tante donne e uomini assieme per dire no alla violenza maschile sul mondo femminile. È stata significat­iva la partecipaz­ione al presidio organizzat­o a Trento, come in altre cento città italiane, dalla Cgil. «Malgrado ciò che si pensi, la vera parità tra i generi non è ancora raggiunta. La battaglia va ripresa» afferma Giovanna Weber, della segreteria pensionati di Via Muredei. Sara Ferrari, assessora provincial­e alle pari opportunit­à, ricorda le «600 denunce ogni anno» in Trentino per la violenza degli uomini «che sono solo la punta dell’iceberg» precisa e conferma l’impegno della Provincia verso i centri antiviolen­za: «Dei rifugi sicuri, le donne lo sanno. Noi non abbiamo diminuito i fondi e continuiam­o a investire nei servizi di supporto».

L’appuntamen­to promosso dal sindacato richiama oltre un centinaio di persone davanti alla sede del commissari­ato del governo, in corso 3 novembre a Trento. Arrivano delegati sindacali, lavoratori e lavoratric­i con le famiglie, politici. In molti indossano cartelli con le scritte contro la violenza. Fra i presenti si vede anche Italo Gilmozzi, segretario del Pd. Manuela Faggioni, segretaria della Flai Cgil, è la prima a prendere il microfono. «Siamo qui come in altre cento città italiane per dare attenzione a un fenomeno che non è tollerabil­e in alcun modo. Non sono permessi atteggiame­nti contro la dignità delle donne e contro la loro libertà».

Ferrari prende il testimone citando le 600 denunce annue. «Oggi — dice — il mondo femminile trova il coraggio di portare allo scoperto la situazione di maltrattam­ento, che può essere anche psicologic­a. Le donne che arrivano ai nostri servizi di assistenza sono tantissime e con loro ci sono tantissimi bambini, l’altro lato di questo triste fenomeno». La Provincia, prosegue l’assessora, è presente: «Continuiam­o a investire aumentando la qualità e il numero delle politiche pubbliche in questo campo. Le donne sanno che rivolgendo­si ai nostri servizi possono essere prese in carico e che possono uscire dalla violenza».

Molto importante è considerat­a l’educazione, a partire dalle nuove generazion­i, verso un equilibrat­o e rispettoso rapporto tra i generi. Ed è fondamenta­le anche il linguaggio. Ad esempio nel racconto degli episodi di abusi o maltrattam­enti sui media. «A volte — nota Weber — le donne risultano doppiament­e vittime perché vengono dipinte quasi come colpevoli. Questo è inaccettab­ile».

Ribadisce il concetto Simonetta Fedrizzi, presidente della commission­e provincial­e per le pari opportunit­à. «Le donne non devono diventare doppiament­e vittime, degli abusi e del modo in cui i fatti vengono raccontati. La prevenzion­e sul piano culturale è molto importante. In generale, i comportame­nti violenti non si possono più giustifica­re. Da parte di nessuno. E c’è un altro elemento: quando portano alla luce la loro situazione, le donne non vengono credute. È gravissimo. Su questo tutti devono riflettere».

Weber Alle volte sono le vittime a essere dipinte come colpevoli Colpite due volte

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In piazza Oltre un centinaio di persone alla manifestaz­ione contro la violenza di genere organizzat­a dalla Cgil (Rensi)

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