Medicina, iscritti trentini raddoppiati
Zeni spiega come reclutare nuovi professionisti. Garante dei detenuti, nomina rinviata
Dal 2009 al 2016, gli studenti trentini di medicina sono raddoppiati, facendo ben sperare per le future assunzioni. A rendere noto il dato è stato ieri l’assessore Luca Zeni rispondendo in aula.
TRENTO Tra i trentini ci sono pochi medici e tra i non trentini non si fa a gara per trasferirsi in provincia. Un problema noto a Luca Zeni, che ieri ha dovuto rispondere in aula a più di un’interrogazione sull’argomento.
Primo problema, sollevato da Claudio Cia (Misto), i medici di base. L’assessore ha spiegato che l’elevata età media è un dato nazionale che vale anche per il Trentino, dove i medici con più di 55 anni sono il 45%: 75 i medici di medicina generale che andranno certamente in pensione nei prossimi 5 anni, considerato che 70 anni è l’età massima inderogabile per la funzione. Le graduatorie hanno 778 iscritti, più che sufficienti in teoria. Aumentati anche gli iscritti a medicina, passati da 300 nel 2009 a 675 nel 2016. Per quanto riguarda gli incarichi, «risultano ovviamente più appetibili quelli nelle aree urbane di Trento e Rovereto, mentre si registrano maggiori più difficoltà per la copertura delle aree periferiche».
Il secondo problema sollevato da Gianfranco Zanon (Pt), che chiede una facoltà di medicina a Trento, è quello della carenza di medici in generale. Anche in questo caso, Zeni ha ricordato il positivo aumento degli iscritti trentini alle facoltà di medicina «con una media di presenza femminile del 57%». Diversi gli strumenti in campo. Il finanziamento di borse di studio a favore degli studenti trentini iscritti al corso di laurea specialistica; il finanziamento dei contratti di formazione specialistica aggiuntivi a favore di circa 90 medici trentini per una spesa ad anno accademico di circa 2 milioni e 400 mila euro. Quanto alle criticità evidenziate nelle specializzazioni di pediatria, ginecologia e anestesia, Zeni ha segnalato che la Pat finanzia mediamente due contratti aggiuntivi all’anno ed attualmente risultano in formazione 21 medici trentini, tenuti a collaborare con il servizio sanitario provinciale fino ad un massimo di due anni. Ci sono poi incentivi ai tirocini, tariffe residenziali e di ristorazione agevolate e altro ancora.
Slittata in coda alla riforma della cultura la designazione del garante dei detenuti. Prima, l’ufficio di presidenza del consiglio provinciale dovrà definire i casi di incompatibilità così come indicati dalla commissione consiliare. In pole la docente Antonia Menghini.