La grappa fai da te porta guai Un nonno patteggia tre mesi
TRENTO Distillare la grappa in casa è un’usanza trentina che ha radici lontane. Ma questa volta la notizia, che aveva fatto in fretta il giro del paese, non era tanto la distilleria «artigianale», creata nel seminterrato dell’abitazione, ma il fatto che il contadino e la nipote, erano rimasti intossicati dal monossido di carbonio mentre erano impegnati nella produzione della grappa.
Il nonno, Pio Dellai, ex consigliere comunale della Dc, 85 anni, un volto noto nel perginese, era stato ricoverato nel reparto di rianimazione e sottoposto a un ciclo in camera iperbarica a Bolzano, mentre la nipote era stata ricoverata nel reparto di osservazione dell’ospedale Santa Chiara. Da allora, era il 3 febbraio scorso, sono trascorsi mesi e adesso è arrivato il conto della giustizia per l’ex consigliere comunale che ha patteggiato tre mesi di reclusione e 3.500 euro di multa, la nipote ha invece chiesto di poter beneficiare dell’istituto della messa alla prova. I due, secondo quanto ricostruito, erano rimasti intossicati a causa del bruciatore utilizzato per la distillazione artigianale della grappa, un’operazione vietata, che probabilmente non ha funzionato a dovere. Nel seminterrato erano stati trovati 30 litri di grappa di grado alcolico 22,10%, una damigiana contenente altri 6,63 litri, altri 13 litri di grado alcolico 6,8% in un secchio e ancora 50 chili di vinaccia, 300 litri di ciliege fermentate, una caldaia, una serpentina, un collettore in rame e un fusto di lamiera. Il materiale era stato sequestrato ed era scattata la denuncia.