Corriere del Trentino

LA FUNIVIA DEL MONTE BONDONE BUONE INTENZIONI, POCHI FATTI

- Il caso di Luca Malossini Mario Pellegrini, TRENTO

Finalmente ci siamo: attorno alla funivia del Monte Bondone, come annunciato in un recente convegno, si registrano unanimi consensi. Ciò mi rallegra, essendo da sempre un accanito sostenitor­e del grande impianto. Lo sono, convinto dal fatto che il rilancio della montagna cittadina passi attraverso quest’opera piuttosto che con una politica di contributi a fondo perduto. Non è mai troppo tardi per ritornare sui propri passi, quindi. Ho apprezzato il lavoro del consiglier­e comunale Maestranzi che ha sempre creduto nel progetto. L’importante è ragionare in maniera pulita, unicamente per il bene del Bondone, senza sposare ideologie. Chiaro che una simile infrastrut­tura troverà concretezz­a unicamente se ci sarà il supporto, non solo a parole, della componente privata. Su tale aspetto sono però alquanto fiducioso: vedo che il vento è cambiato rispetto al recente passato, c’è più attenzione verso l’idea del grande impianto. Mi pare un buon inizio. ulla funivia del Bondone ne ho sentite talmente tante che faccio fatica oggi a prendere una posizione. In linea puramente tecnica, credo che il collegamen­to funiviario tra la città e la montagna possa avere più riflessi positivi che negativi. Dovendo guardare in faccia la realtà, però, nutro fortissimi dubbi sulla concreta realizzazi­one del progetto in questione, anche se spero di essere smentito dai fatti. Rispetto al passato, come lei scrive, si registra una maggior convinzion­e, anche nella componente privata, nei confronti dell’impianto; la discussion­e dell’altro giorno nell’ambito delle giornate del turismo montano è stata interessan­te, partecipat­a. Ma il passaggio dalla teoria alla pratica rimane a mio avviso il vero ostacolo da superare. La mia perplessit­à muove dal fatto che l’idea di costruire la funivia del Bondone ha fatto la sua prima apparizion­e nel 1925: oggi siamo nel 2017 e abbiamo davanti solo buone intenzioni, le stesse che hanno accompagna­to il confronto nel corso degli ultimi novant’anni. Adesso verrà reso pubblico l’ennesimo studio, stavolta a firma di Trentino Sviluppo. Tra un anno però si andrà al voto per rinnovare la Provincia e nel 2020 toccherà al Comune. Conoscendo i tempi della politica è facile prevedere, studio o non studio, che di funivia se ne riparlerà semmai più avanti.

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