Caccamo il 10 al Cristallo
Il cantante: «Presenterò il meglio del mio repertorio»
arà Giovanni Caccamo, 27 anni il giorno dell’Immacolata, ad aprire martedì la stagione musicale del Teatro Cristallo. Un concerto piano e voce che ben si addice a chi ama cantare e suonare senza troppi fronzoli. Nato a Modica, come Salvatore Quasimodo, Caccamo ha sempre voluto dedicarsi al canto, lo ha fatto nel Coro dell’Antoniano di Bologna quando aveva 11 anni e ha continuato a farlo quando ha raggiunto Milano per studiare architettura al Politecnico. Nel capoluogo milanese si era adattato alla carriera di conduttore televisivo, ma la svolta è avvenuta su una spiaggia di Donnalucata, nel ragusano, dove ha incontrato Franco Battiato. Era l’agosto 2012, pochi mesi dopo Caccamo si è ritrovato ad aprire i concerti della tournée Apriti Sesamo dell’autore de La cura e a un anno di distanza ha inciso il suo primo singolo: L’indifferenza. Il resto è storia recente, nel 2015 ha vinto la sezione Nuove proposte di Sanremo e ha pubblicato il primo album Qui per te, mentre nel 2016 ha ottenuto il terzo posto nella categoria Big di Sanremo e ha pubblicato il suo secondo lavoro: Non siamo soli. Ora è appena tornato da Londra dove ha registrato il suo terzo album e sembra molto soddisfatto: «I lavori sono a un ottimo punto, ho registrato tutte le orchestre negli Abbey Road Studios e i pezzi sono tutti scritti. Uscirà a febbraio ed è un nuovo capitolo del mio percorso. Un capitolo più orchestrale e più emotivo che mi sta rendendo molto felice».
Come nascono questi nuovi «capitoli»?
«Io scrivo periodicamente, poi capitano i momenti in cui alcune tematiche si sviluppano più di altre e diventano preponderanti. Quando questo accade mi sento stimolato a scrivere più composizioni che mi fanno pensare all’album».
La tematica del prossimo album?
«Sembra scontato ma per me è una novità: l’amore».
Un album d’altri tempi?
«Per certi versi sì. Io sono molto legato all’analogico e ho la fortuna di vivere in una famiglia musicale analogica: la Sugar di Caterina Caselli che mi permette di lavorare come una volta e di confrontarmi con musicisti, arrangiatori e produttori eccezionali».
Il mercato, però, è cambiato profondamente...
«Sì, sono cambiati i numeri, si comprano meno album, ma la musica è sempre più vicina alla quotidianità, c’è sempre più richiesta. Il problema è che oggi la musica è considerata un bene gratuito e questo non aiuta ma si può superare il problema con la creatività».
A distanza di tempo, Sanremo resta un evento clamoroso o può diventare un peso?
«Ogni vetrina che metta al centro la musica e consenta all’artista di esprimersi davanti a un pubblico di grandi dimensioni sia degna di lode. Poi ogni percorso può avere vantaggio o svantaggi, io sono molto legato a Sanremo».
La scaletta del concerto di Bolzano cosa prevede?
«Brani dei miei due album, altri scritti per altri cantanti e altri che hanno ispirato la mia musica. Ultimamente ho avuto la fortuna di venire spesso in Alto Adige e sono contento di poter tornare in una terra che ho trovato magnifica».