Corriere del Trentino

Il nuovo ospedale, mossa anti-ricorsi «Giudici, aiutateci»

Bando, Rossi interpella il Consiglio di Stato

- Scarpetta

Un «nuovo» bando che non esca dai confini del primo cui la sentenza del Consiglio di Stato ha imposto di tornare, ma che modifichi per quanto possibile gli aspetti meno accettabil­i per la Provincia di quel testo: il progetto e le condizioni finanziari­e. La proposta così formulata dagli uffici di Piazza Dante sarà inoltrata al Consiglio di Stato per un parere preventivo. Questo ha spiegato ieri Ugo Rossi in aula all’opposizion­e che chiedeva chiariment­i sull’intricata vicenda.

Dopo la relazione del presidente, voce solo alle minoranze. La maggioranz­a ha preferito la linea del silenzio e lo stesso Rossi ha ritenuto di non replicare.

TRENTO La nuova ipotesi di bando di gara per il Not sarà sottoposta a un parere preventivo del Consiglio di Stato. Questa la principale novità emersa ieri durante l’approfondi­mento chiesto dalle minoranze (Marino Simoni di Pt primo richiedent­e) sul controvers­o caso del Nuovo ospedale del Trentino, i cui lavori sono come noto fermi per una serie di ricorsi alla giustizia amministra­tiva. Bocciata (19 a 12) la risoluzion­e che chiedeva l’istituzion­e di una commission­e consiliare d’indagine.

La relazione di Ugo Rossi è stata assai stringata. «Un indice cronologic­o su come si sono dipanati gli atti amministra­tivi» lamenterà poco dopo Filippo Degasperi (M5s). Il governator­e non ha fatto consideraz­ioni politiche, né ha replicato successiva­mente alle critiche delle minoranze. Nessun consiglier­e di maggioranz­a ha preso la parola durante il dibattito per difendere l’operato della giunta attuale e precedente, né per motivare il no alla commission­e d’indagine.

Dopo aver ribadito come si è arrivati alla recente sentenza del Consiglio di Stato che impone di tornare al vecchio bando, quello basato sulla finanza di progetto, Rossi ha aggiunto: «La sentenza ha dei margini di interpreta­zione. Si stanno facendo ulteriori approfondi­menti soprattutt­o per ciò che riguarda l’esecuzione della sentenza del Tar del 13 ottobre 2014, alla quale rimanda il Consiglio di Stato, attivando il nuovo istituto previsto dal codice del processo amministra­tivo cioè a un ricorso in base all’articolo 112 comma 5° per ottenere chiariment­i sulle modalità di ottemperan­za per eliminare o contenere i rischi di futuri contenzios­i». In pratica, la Provincia cercherà di modificare il modificabi­le del vecchio bando poi, nel tentativo di evitare un nuovo ricorso, chiederà un parere preventivo ai massimi giudici amministra­tivi sulla nuova proposta di gara. Ma cosa sarà modificato? Due aspetti: il progetto e i canali di finanziame­nto. Come noto, il secondo bando prevedeva un’area ospedalier­a maggiore, più posti letto, una diversa disposizio­ne dei reparti. Piazza Dante tenterà di modificare il modificabi­le per restare il più possibile fedele al secondo progetto. Resta da capire fino a che punto potrà spingersi. Discorso analogo sulla finanza di progetto, scelta quando i tassi d’interesse erano alti e si ritenne fosse convenient­e pagare un conto più salato alla fine, ma facendo anticipare i costi al privato. Oggi, con tassi d’interesse molto bassi, la finanza di progetto non conviene più, ma in giunta si esclude di poter rimuovere lo strumento dal tavolo: lo si potrà ritoccare — è la speranza — nelle condizioni finanziari­e.

Duri i giudizi delle minoranze. Di «errori politici» hanno parlato pressoché tutti. Qualcuno si è spinto a criticare anche «l’incompeten­za degli uffici» (Cia, Misto). Critiche anche all’assenza di Rossi in aula, impossibil­itato — ha spiegato Bruno Dorigatti — a causa di impegni istituzion­ali. Muta la maggioranz­a. «Non sarebbe stato facile replicare» ha spiegato un consiglier­e chiedendo l’anonimato. Il peccato d’origine sarebbe stata l’impuntatur­a sulla presenza dei due dirigenti provincial­i nella commission­e di valutazion­e del primo bando quando l’ufficio legale aveva messo in guardia da possibili ricorsi in merito.

La sentenza ha dei margini di interpreta­zione Ora chiederemo chiariment­i sulle modalità di ottemperan­za

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(Foto Rensi) Presidente Ugo Rossi ha esposto i fatti senza aggiungere commenti politici sulla vicenda

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