«Con modifiche, Fiom disposta all’intesa»
Integrativo Artigiani, Remorini convinto. Dana, i vincoli potrebbero passare
«La Fiom ci dice: se cambiate qualcosa al contratto noi firmiamo. Il problema è che non ci dice cosa». Questo il commento di Luciano Remorini, segretario della Fim Cisl, all’indomani della notizia che Fiom Cgil sta facendo votare in aziende industriali da lei presidiate (Nitz e Mcs) la richiesta di evitare di dar lavoro agli artigiani metalmeccanici che applicano l’integrativo 2017, a cui si oppone la Fiom. Anche in Dana si prosegue.
«Non ha senso quello che stanno facendo — dice Remorini — Boicottano le aziende del territorio, raccontando false verità. Nessuno vuole applicare all’industria il contratto che noi della Fim Cisl abbiamo firmato con Uilm e Artigiani. L’integrativo si applica alle aziende artigianali solamente. Noi però siamo preoccupati: il problema è l’imprenditore, se firma e sceglie l’indotto in base a quanto gli chiede la Fiom. Così poi l’artigiano che perde il lavoro lascia a casa i dipendenti, che vanno in Fiom a fare la vertenza». «È ora di finirla — incalza Remorini — La Fiom faccia a meno di combinare porcherie nelle industrie, la smetta di dire fandonie e faccia una proposta seria, in modo che possiamo venirne a capo. Qui si tratta di un problema politico, non di merito. Se veramente volevano difendere il contratto 2016, perché non l’hanno rivendicato subito? Invece hanno aspettato un anno». La via d’uscita potrebbe essere in questi termini: «Potremmo, su segnalazione della Fiom, valutare una verifica su un punto del contratto che politicamente la categoria non può accettare. E rimandarne l’applicazione fra tre anni. Così si sistemerebbe la cosa. Il problema è che non ci dicono su quale punto non sono d’accordo». «Voglio sottolineare — conclude il segretario della Fim Cisl — che sto cercando di coinvolgere il dipartimento Industria della Provincia: non è accettabile che dia contribuiti a un’azienda che sceglie di togliere lavoro a un suo fornitore perché un sindacato lo chiede in piattaforma contrattuale. Deve prendere posizione. Infine, se la cosa succederà, si creerà un pericoloso precedente: passerebbe l’idea che un sindacato possa chiedere qualunque cosa».
Ieri nuovo capitolo in Dana. «Fiom ha chiesto di inserire in piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale il vincolo inderogabile sugli artigiani che applicano il contrato del 2016, aggiungendone anche un altro: tutti i fornitori con più di 15 addetti devono avere il contratto dell’industria» spiega Paolo Cagol della Fim. «Io chiedo di togliere questi due punti — continua — altrimenti si rischia uno scontro in Dana. Per difendere la posizione della Cisl chiederò un’assemblea unitaria, che ospiti finalmente un contradditorio». Il problema, per la Cisl, è che in Dana, fra Arco e Rovereto, ha solo un Rsu su 13. Fiom è prevalente e Usb difficilmente si metterà di traverso.
Per la Fiom Cgil si registra la presa di posizione di Michele Guarda: «Noi non boicottiamo nessuno. Facciamo il nostro dovere: uniamo il mondo del lavoro. Quello che diciamo nelle fabbriche è la verità: se oggi lasciano passare questa cosa per i lavoratori dell’artigianato, domani capita anche nell’industria. Noi abbiamo a cuore le aziende artigiane e ci premuriamo affinché il lavoro venga dato innanzitutto a quelle del territorio. Abbiamo un problema politico con l’associazione Artigiani, Fim Cisl e Uilm, non con le singole aziende, che riteniamo anch’esse vittime di questa situazione non creata da noi».