Tra J.t.b e Don Chisciotte Lo Stabile sfida il pubblico E il teatro diventa collettivo
C’è un momento preciso che dimostra quanto Wordbox Arena funzioni. È appena terminato il terzo «trailer» (quello de I Cavalieri di Aristofane in cui il «popolo elettore» viene lungamente blandito e adulato), un secondo dopo, senza cambi di scena, gli attori fanno partire l’invito a scegliere quale dei tre spettacoli dovrà essere prodotto dallo Stabile a fine stagione al grido di: «Vota Antonio!».
In quel preciso momento, il pubblico, anche quello che fino a un momento prima si era considerato più «lucido» di Don Chisciotte (il primo «trailer»), più «forte» di J.t.b. (il secondo) e più «smaliziato» del popolo di Aristofane, si trova a dover scegliere, a dover esprimere una preferenza. Non un «like» privo di effetti come quello che abbandoniamo quotidianamente su uno schermo, in questo caso la scelta avrà un effetto reale: uno solo dei tre spettacoli verrà prodotto. Su cosa si baserà il voto? Sicuri di non fare come Don Chisciotte che prende fischi per fiaschi e si lancia in battaglie veementi contro bersagli sbagliati? Sicuri di non essere come J.t.b. che corre disperato verso un obiettivo scelto da altri? Sicuri di non assomigliare al popolo di Aristofane, adulato e quindi preso in giro? Domande che oggi risultano fondamentali e che spingono ad alzarsi in piedi ad applaudire ideatore, regista e attori di un «format» in continua evoluzione.
Può non piacere il linguaggio utilizzato, possono infastidire alcune «zeligate», ma il dito nella piaga è stato messo e non si può far finta di nulla. Il pubblico non potrà nemmeno dire: «Va bene, sipario chiuso, era solo uno spettacolo», perché il sipario non c’è, il pubblico è seduto sul palcoscenico per dimostrare chi è il vero protagonista di Wordbox Arena. O almeno così si vuol far credere... Al Comunale di Bolzano fino al 22 ottobre. In scena Andrea Castelli, Fulvio Falzarano, Antonello Fassari, Michele Nani, Mario Sala