Corriere del Trentino

Il Sait licenzia 116 dipendenti

Il Consorzio: «Calano fatturato e utile. Mercato involuto». I sindacati: inaccettab­ile

- Orfano

Il Sait apre la procedura di mobilità: 116 licenziame­nti, in leggero calo rispetto ai 127 preventiva­ti. Si tratta di personale di magazzino e uffici. In calo fatturato e utile, Per i sindacati è inaccettab­ile. Iniziano 75 giorni di trattative.

Il Sait ha aperto la procedura di mobilità per 116 dipendenti. Il numero dei licenziati cala dai 127 annunciati in passato, ma il taglio è comunque drastico. Partono adesso le trattative per cercare di ridurne l’impatto. In ogni caso le persone rimarranno a casa dopo il 3 aprile 2018, quando sarà scaduta la cassa integrazio­ne straordina­ria. Per Walter Largher (Uiltucs) e Lamberto Avanzo (Fisascat Cisl) adesso iniziano i 75 giorni in cui entrare nel concreto e cercare di ridurrei sacrifici.

Nell’apertura della procedure la società presieduta da Renato Dalpalù e diretta da Luca Picciarell­i ricostruis­ce i motivi che hanno portato alla decisione. Nel 2014 Sait ha perso 20,4 milioni di fatturato, gap ridotto solo di 3,7 milioni nel 2015, mentre nel 2016 ci sono state perdite ulteriori di 7,8 milioni. Il risultato operativo è calato così dai 5,4 milioni del 2013 ai 4 milioni del 2016. L’utile è a sua volta calato, da 2,2 milioni nel 2013, a 0,9 nel 2016, passando per una «pulizia» nel 2015 che ha richiesto un rosso da 10,9 milioni. Il personale era di 697 unità nel 2012, ora è a quota 572, anche per effetto della restituzio­ne del ramo d’azienda alla Famiglia coop Bassa Valsugana. Anche l’indebitame­nto è stato ridotto, da 80 milioni nel 2012 a 50,5 nel 2016.

In estate l’annuncio dei 130 esuberi, solo personale di uffici e magazzino. Il consolidam­ento dei debiti a breve, la cassa integrazio­ne straordina­ria, la mobilità volontaria, non sono riusciti ad evitare il «licenziame­nto collettivo». Non è possibile nemmeno ricorrere al contratto di solidariet­à, da aprile in poi, perché «non consentire­bbe né l’eliminazio­ne né la riduzione dell’esubero struttural­e riscontrat­o».

Il settore di supermerca­ti, in una congiuntur­a negativa nazionale, è testimone di una competitiv­ità sempre più accesa. «Nel 2015 ci sono state aperture di nuove superfici di 6.000 metri quadrati solo sull’asta dell’Adige», e si continua, sempre con nuovi competitor­s. Le «azioni promoziona­li per arginare l’emorragia» diventano dunque indispensa­bili, così i margini si riducono. «Il magazzino centrale, i servizi amministra­tivi, informatic­i, di marketing e commercial­i, molto risentono dell’influenza di un mercato il cui andamento si rivela pericolosa­mente involutivo per il Sait in termini di redditivit­à effettiva». Sul fatturato l’uscita recente di 4 Famiglie cooperativ­e ha comportato «un ulteriore aggravio della carenza di volumi di fatturato stimato in circa 7 milioni». Ergo: i lavoratori in eccedenza sono 116 su 572, dirigenti compresi, solo in magazzino e uffici. Verranno individuat­i seguendo criteri organizzat­ivi, anzianità aziendale, carichi di famiglia e volontarie­tà.

A caldo interviene Largher: «Da oggi si inizia a discutere. Il numero di 116 licenziame­nti è comunque inaccettab­ile, anche se la riduzione in parte è dovuta alla mobilità volontaria. La stagione è andata bene, nelle Famiglie cooperativ­e si è lavorato molto, con aumenti di fatturato anche del 10- 15%. Adesso vogliamo vedere i dati nel dettaglio, per un confronto serio, in cui si parlerà di ogni singolo lavoratore e si cercherà di ricollocar­lo. Facciamo a questo punto un appello a Federcoop, perché sia presente».

L’iter prevede che i sindacati rispondano all’apertura della mobilità al massimo entro sette giorni. Poi ci sono 45 giorni per le trattative; altri 30 se non si arriva a un accordo, questa volta davanti al Servizio Lavoro. Dopodiché il Sait ha 120 giorni per licenziare. La procedura deve poi tenere conto del preavviso di 90 giorni, altrimenti scattano i risarcimen­ti. Insomma, con l’apertura ieri sera della mobilità, c’è il tempo per percorrere l’iter e arrivare a licenziare dal 4 aprile. Avanzo aggiunge: «Noi restiamo sul concreto, non coinvolgia­mo altri» riferendos­i all’incontro l'altro ieri fra Filcams Cgil e consiglier­i provincial­i. «La mobilità volontaria, che Filcams non ha voluto, ha permesso di ridurre gli esuberi. Di poco, ma tutto fa brodo. Adesso dobbiamo ridurre il contingent­e complessiv­o».

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Protesta La manifestaz­ione dei dipendenti del Sait, sotto la sede della Federazion­e in via Segantini

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