Cento produttori nel biodistretto del capoluogo
TRENTO In principio fu il Biodistretto della val di Gresta, poi la valle dei Laghi, ora Trento, Vanoi e pochi giorni fa l’annuncio di 55 ettari pronti alla conversione in val di Non. Piccoli produttori, consorzi, cooperative e associazioni uniscono le forze per interpretare la sfida del biologico. Una strategia quasi necessaria per superare le possibilità dei singoli. «Vogliamo diventare attori della gestione del territorio — sintetizza Giuliano Micheletti, promotore nel nascente Biodistretto di Trento — Un tempo ognuno pensava alla propria azienda, ma oggi serve un quadro d’insieme».
Quasi 520 ettari e cento produttori: la firma simbolica dello scorso giugno ha definito principi e finalità del percorso di certificazione. «L’obiettivo è arrivare entro la fine dell’anno alla definizione dell’associazione dei produttori e, da lì, dare il via al Biodistretto di Trento», spiega Micheletti. Ad aderire sono aziende diverse tra loro: «Tra gli altri Cantina Sociale Trento, Società Frutticoltori Trento, Cantine Ferrari, Cesarini Sforza, vignaioli come Antonio Stelzer (Maso Martis) e Federico Simoni (Maso Cantanghel), aziende come Maso Ertis e La Gerla». Poi cooperative sociali come Samuele e Progetto 92. «L’idea nasce dalla necessità di definire la cornice del quadro esistente: non è un’operazione di marketing, ma il bisogno di colmare un vuoto e consentire al mondo agricolo di diventare attore e interlocutore della gestione del territorio».
E a proposito di gestione del territorio, nell’ultimo assestamento di bilancio dello scorso luglio, la consigliera del Pd Donata Borgonovo Re ha presentato un ordine del giorno dedicato all’agricoltura biologica. Oltre a sollecitare il finanziamento delle domande presentate sulla Misura 1 del Programma di sviluppo rurale 20142018, «colmando i due anni di ritardo nella liquidazione dei premi», Borgonovo suggerisce «una premialità ai Biodistretti così come previsto dalle politiche comunitarie». Tutto ciò affinché «possano accompagnare e coordinare le azioni di formazione e di informazione per operatori e cittadini».