UNA VISIONE AMBIZIOSA
La Provincia ha deciso di celebrare i cinquant’anni del Piano urbanistico provinciale (Pup)con una serie di seminari dedicati a turismo, sviluppo economico, paesaggio, agricoltura (stasera a Rovereto si parlerà di industrializzazione). Per ciò che ha rappresentato il Pup in mezzo secolo, non saranno però sufficienti simili incontri per raccontare e rilanciare passate e nuove problematiche legate a territori, centri urbani, paesaggi. Anche perché dalle interessanti visioni di Giuseppe Samonà, estensore del Pup degli anni Sessanta, molte cose sono cambiate: le città hanno preso piede, senza soluzione di continuità, anche in Trentino. Abbiamo poi registrato l’aumento delle infrastrutture, senza dimenticare la tendenza a costruire ovunque e comunque, determinando così una fisionomia del tutto diversa da quella originaria. Uno «sviluppo» distorto che riguarda, non solo i territori, ma anche la società. Uno sviluppo con cui occorre lucidamente fare i conti, piuttosto di fare finta che quanto accaduto sia un fatto normale. Se non si comprende la portata delle trasformazioni avvenute e non si libera l’innovazione — con cui la crisi dell’urbanistica dagli anni Ottanta in poi ha dovuto duellare — non ci sono riforme che tengano, e i dibattiti rischiano di trasformarsi in una pura celebrazione.
Il Pup, oggi ma pure in futuro, necessita di uno «scatto di reni» per farsi laboratorio di progetto attivo ponendosi nuove domande: quale sarà la fisionomia dei luoghi della nostra provincia da qui ai prossimi anni? Quali le sfide dei territori nella competizione globale? Come accompagnare la città da una fisionomia finto-tradizionale a una coerente con la rivoluzione digitale? Come muoversi senza inquinare? Magari intensificando il lavoro a distanza o migliorando la qualità dei luoghi urbani e dell’architettura? Quale tipo di turismo è compatibile con l’attuale assetto? Ecco, sono solo alcuni interrogativi da porsi se si vorrà — auspicabilmente — estendere la riflessione odierna al prossimo futuro. Ciò non deve spaventare, piuttosto aprire nuovi scenari. Siamo un contesto strategico inserito lungo una tratta prioritaria tra Europa e Mediterraneo, porta da e per l’Europa, eccellenza in molti settori della ricerca: dobbiamo pretendere quindi una visione ambiziosa, oltre la normalità. Il Pup, agli esordi, è stato un grande disegno di sviluppo collettivo di un territorio speciale. Oggi deve tradursi, agilmente, in un progetto di crescita intelligente per i prossimi anni cruciali.