Testate contro il bus e lancio di sassi, resta in carcere
L’uomo è un volto noto: dalla follia in S. Maria ai danni da Tovazzi. Gli autisti: «Abbiamo paura»
Frizzi: «Gestione amministrativa e politica della città inadeguata»
TRENTO «Ho avuto paura, sull’autobus c’era una quindicina di ragazzi, alcuni di loro sono stati molto gentili e mi hanno chiesto se avevo bisogno di una mano». E ancora: «Negli ultimi mesi gli episodi di violenza sono aumentati in modo esponenziale, la situazione è sempre più difficile, mi faccio il segno della croce ogni volta che salgo sul bus». È ancora scosso, e forse incredulo, uno degli autisti dei due autobus, fermi mercoledì sera in via Prepositura, preso a testate da un trentunenne di origini tunisine che ha lanciato anche un grosso masso infrangendo il vetro. L’autista è in piedi, a pochi passi dall’ingresso dall’aula di piano terra, in attesa del processo per direttissima del giovane straniero, arrestato dai carabinieri per danneggiamento aggravato di aver danneggiato mezzi destinati ad uso pubblico e interruzione di pubblico servizio, dopo i lunghi minuti di follia.
Accanto a lui c’è il collega dell’altro mezzo preso di mira dall’uomo, il carabiniere fuori servizio intervenuto in loro aiuto e Fabio Pipinato, presidente di Cta Acli. È stato lui, insieme al militare, a bloccare l’uomo, con tutta probabilità in preda ai fumi dell’alcool. «Non sono gravissime, ma se quel masso avesse colpito qualcuno avrebbe potuto ferirlo gravemente» dicono. Non c’è rabbia nelle loro parole, ma solo amarezza perché si sentono impotenti e la preoccupazione c’è, è innegabile.
L’uomo davanti ai carabinieri è stato quasi un agnellino, si è lasciato accompagnare in caserma. «Io la legge la rispetto» avrebbe anche aggiunto. Evidentemente l’uomo, regolare, sposato con figli, ha un concetto tutto suo della legge. Il suo volto e il suo nome sono ormai noti alle forze di polizia. Il 3 settembre scorso era stato arrestato un via Prepositura perché aveva bloccato una volante della polizia inveendo contro gli agenti e bloccando la pattuglia, poi il 23 agosto scorso aveva perso la testa all’interno del supermercato Tovazzi danneggiandolo, infine era stato protagonista dei danneggiamenti delle telecamere della sala scommesse di via Maffei e di cestini in piazza Santa Maria gettati sulla strada.
Al termine dell’udienza davanti al giudice Greta Mancini il trentenne, difeso dall’avvocato Antonio Caimi, ha patteggiato nove mesi di reclusione, ma resterà in carcere. Così ha deciso il giudice che ha probabilmente valutato i precedenti dell’uomo. Intanto su nuovo episodio di violenza interviene l’avvocato Paolo Frizzi, del Comitato Torre Vanga. «È l’ennesimo episodio che ci dà la riprova che l’azione sia per quanto attiene l’intervento di polizia sia per quanto attiene la gestione politica e amministrativa della città è inadeguata. È il vertice di un iceberg e purtroppo fin troppo sottovalutato. L’esasperazione è al culmine, ci si chiede che cosa si vuole fare per risolvere questi problemi».