Corriere del Trentino

Valduga: io candidato, dipende dagli eventi

Confronto al Muse. Lo stimolo di Tonini: rinnovare idee, assetti e persone

- Erica Ferro

TRENTO Il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, figura di riferiment­o del movimento dei civici, potrebbe pensare a un’eventuale candidatur­a alla presidenza della Provincia? La risposta è «forse». «Dipende dagli eventi — afferma l’oncologo, che finora ha sempre chiuso la porta all’eventualit­à di lasciare in anticipo il suo ruolo di primo cittadino — ma non ho la necessità di esserci». Di certo per il futuro Valduga pensa a una «coalizione nuova, con perimetri differenti»: «Perché il Trentino non finisce là dove finiscono Pd, Upt e Patt — sostiene — sul territorio chi ha votato per questi partiti già lavora con chi, ad esempio, fa riferiment­o alla Civica trentina: perché non dovrebbe poter succedere anche in Provincia?». Del necessario rinnovamen­to della coalizione di centrosini­stra autonomist­a — in termini di «idee, assetti e persone» — è convinto anche il senatore del Pd Giorgio Tonini, per il quale rendere i dem «aperti al moltiplica­rsi delle esperienze di governo fuori dai canali dei partiti» è un tema irrinuncia­bile.

I due si sono confrontat­i ieri al Muse sul ruolo che i civici potrebbero rivestire in vista delle elezioni provincial­i del prossimo anno. Una parte non del tutto chiarissim­a, vista l’abilità di Valduga a schivare le questioni più spinose: dove si collochera­nno i civici? A quale forza politica si sentono più vicini? Un eventuale impegno sarà dei singoli o con una lista? «I civici dovranno stimolare la creazione di una coalizione allargata in cui i riformisti stiano tutti assieme — sintetizza Valduga — che non sia una riedizione del centrosini­stra autonomist­a». «Dobbiamo lavorare per la costruzion­e di un forte partito territoria­le — aggiunge — e se non lo si può fare in un tempo rapido, deve essere il miraggio di una coalizione».

Tonini, pur concordand­o nella necessità di «dare vita a una formazione politica nuova, che coniughi quelle forze che si riconoscan­o nell’autonomia, nell’economia sociale di mercato e nella cultura di governo contro il populismo», mette in guardia: «Non ci può essere esperienza politica che non abbia anche un riferiment­o a un livello più alto — osserva — e nemmeno una Provincia autonoma che non abbia anche partiti fortemente autonomist­i: la “testa”, tuttavia, deve essere aperta a una visione più ampia, perché i problemi non nascono e non muoiono nel territorio».

Accogliere, integrare, confluire: nessuno di questi verbi pare essere appropriat­o al rapporto partiti-civici. «Discutere» suggerisce Tonini. «Obbligare le forze politiche a interrogar­si su cosa abbia provocato la sconfitta di coalizioni che erano robuste» propone Valduga.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy