Valduga: io candidato, dipende dagli eventi
Confronto al Muse. Lo stimolo di Tonini: rinnovare idee, assetti e persone
TRENTO Il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, figura di riferimento del movimento dei civici, potrebbe pensare a un’eventuale candidatura alla presidenza della Provincia? La risposta è «forse». «Dipende dagli eventi — afferma l’oncologo, che finora ha sempre chiuso la porta all’eventualità di lasciare in anticipo il suo ruolo di primo cittadino — ma non ho la necessità di esserci». Di certo per il futuro Valduga pensa a una «coalizione nuova, con perimetri differenti»: «Perché il Trentino non finisce là dove finiscono Pd, Upt e Patt — sostiene — sul territorio chi ha votato per questi partiti già lavora con chi, ad esempio, fa riferimento alla Civica trentina: perché non dovrebbe poter succedere anche in Provincia?». Del necessario rinnovamento della coalizione di centrosinistra autonomista — in termini di «idee, assetti e persone» — è convinto anche il senatore del Pd Giorgio Tonini, per il quale rendere i dem «aperti al moltiplicarsi delle esperienze di governo fuori dai canali dei partiti» è un tema irrinunciabile.
I due si sono confrontati ieri al Muse sul ruolo che i civici potrebbero rivestire in vista delle elezioni provinciali del prossimo anno. Una parte non del tutto chiarissima, vista l’abilità di Valduga a schivare le questioni più spinose: dove si collocheranno i civici? A quale forza politica si sentono più vicini? Un eventuale impegno sarà dei singoli o con una lista? «I civici dovranno stimolare la creazione di una coalizione allargata in cui i riformisti stiano tutti assieme — sintetizza Valduga — che non sia una riedizione del centrosinistra autonomista». «Dobbiamo lavorare per la costruzione di un forte partito territoriale — aggiunge — e se non lo si può fare in un tempo rapido, deve essere il miraggio di una coalizione».
Tonini, pur concordando nella necessità di «dare vita a una formazione politica nuova, che coniughi quelle forze che si riconoscano nell’autonomia, nell’economia sociale di mercato e nella cultura di governo contro il populismo», mette in guardia: «Non ci può essere esperienza politica che non abbia anche un riferimento a un livello più alto — osserva — e nemmeno una Provincia autonoma che non abbia anche partiti fortemente autonomisti: la “testa”, tuttavia, deve essere aperta a una visione più ampia, perché i problemi non nascono e non muoiono nel territorio».
Accogliere, integrare, confluire: nessuno di questi verbi pare essere appropriato al rapporto partiti-civici. «Discutere» suggerisce Tonini. «Obbligare le forze politiche a interrogarsi su cosa abbia provocato la sconfitta di coalizioni che erano robuste» propone Valduga.