Corriere del Trentino

Caro Corradi,

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La nascita dei comitati dentro una città rappresent­a sempre un campanello per le amministra­zioni. Vuol dire che qualcosa non funziona e che quindi sarebbe bene tenere alta l’attenzione cercando di capire i motivi che hanno spinto queste persone a organizzar­si mettendoci la faccia. Se i comitati fungono unicamente da strumento di pressione civica, tenendo fuori la politica, ritengo che possano essere dei validi interlocut­ori, rappresent­ando le famose antenne sul territorio quanto mai utili a chi governa per anticipare i problemi.

Il super comitato del centro storico, stando a quanto si legge, mi pare voglia unire le forze unicamente per sollevare alcune questioni che sono fonte di preoccupaz­ione (degrado diffuso, spaccio). In altre parole, siamo in presenza di quel rinascimen­to civico che un po’ tutti auspicano e che deve essere accompagna­to dalla classe politica, senza che ciò comporti atteggiame­nti di sufficienz­a. Pensare che Trento sia un’isola felice è opinione ormai sepolta sotto i colpi di una rivoluzion­e globale che ha travolto ogni confine. Altrettant­o fuorviante, però, è descrivere il capoluogo alla stregua di una sorta di Bronx. Se vogliamo trovare una soluzione alle conflittua­lità oggi in atto, che ci sono anche a Trento, dobbiamo evitare gli estremismi: il tutto bello o il tutto brutto.

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