Populismi contro democrazia Storici e giornalisti a confronto
Convegno alla Lub. Pasquino: occorre spiegare l’Europa
La democrazia europea è in pericolo? I partiti populisti e antisistema possono distruggere le istituzioni che conosciamo? Queste le domande a cui hanno cercato di rispondere una schiera di storici, politologi e giornalisti nel convegno, organizzato dal centro di competenza storia regionale, tenutosi ieri alla Lub. Sul tavolo le esperienze di Italia e Germania dove i partiti antisistema come il Movimento 5 Stelle e l’AfD sono in piena ascesa anche a causa degli effetti di quella che viene definita la triplice crisi. Quella finanziaria, quella dell’immigrazione e del sentimento pro Europa che oggi appare minacciato come non mai dalla montata dei nazionalismi culminata con il voto sulla Brexit.
«La nostra università è una grande promotrice di innovazione: dalla creatività degli studenti della Facoltà di Design alla tecnologia applicata da quelli di Computer Science» sottolinea il rettore della Lub, Paolo Lugli. «C’è ancora tanto da fare in termini di gestione territoriale e di coinvolgimento delle scuole, ma gli ultimi risultati ci incoraggiano a continuare così. In termini di posizionamento internazionale, è una grande soddisfazione sapere che siamo tra i primi piccoli atenei al mondo. Conferenze come queste contribuiscono a creare nuove connessioni e a farci conoscere sempre di più qui e all’estero».
Tra i partecipanti l’ex ambasciatore tedesco a Roma, Michael Steiner, gli storici Hans Woller e Thomas Schlemmer della Commissione storica italotedesca, i professori bolognesi Paolo Pombeni e Gianfranco Pasquino, giornalisti dell’Ard e della Süddeutsche Zeitung e anche gli storici altoatesini Florian Huber e Oswald e Überegger. Un convegno che nasce con l’obiettivo di rafforzare i rapporti tra Italia e Germania nell’ambito della storia contemporanea. Anche per contrastare il progressivo raffreddamento dei rapporti tra i due Paesi.
«Non è la democrazia a essere in pericolo ma la sua qualità» sorride il politologo Gianfranco Pasquino, uno dei più grandi esperti italiani di sistemi elettorali. «I partiti antisistema, che è scorretto chiamare populisti, non vogliono distruggere la democrazia ma cambiarla. In peggio. Una democrazia che funziona bene fa comodo ai cittadini ma è di una noia mortale per gli analisti. Se il Movimento 5 Stelle andrà al governo, da questo punto di vista, ci aspetta un periodo molto divertente ma per i cittadini potrebbero arrivare parecchi disagi anche se in molti Paesi i partiti antisistema sono in ritirata. Ad esempio in Inghilterra dove l’Ukip è praticamente scomparso. In Germania hanno avuto successo nelle regioni dell’Est, dove l’estrema destra è sempre stata forte» avverte il professore invitando a considerare i tanti vantaggi che l’Europa ha portato a tutti i paesi che vi hanno aderito. «Sostenere che l’Europa è in mano a burocrati e tecnocrati è falso. Il Parlamento viene eletto con sistema proporzionale, il Consiglio invece è composto dai capi di governo eletti. È vero che il discorso nazionalista e quello antimmigrati fanno molta presa, ma bisogna ammettere che grazie all’Europa il tenore di vita è migliorato in tutti i Paesi che hanno aderito».
Oggi si chiude con una tavola rotonda sui rapporti tra Roma e Berlino in cui è anche previsto un’intervento del presidente dalla Provincia, Arno Kompatscher.
I partiti antisistema non minacciano le istituzioni ma la loro qualità. Bisogna invece ammettere che grazie all’Ue la nostra vita è migliorata»