Corriere del Trentino

«La musica è libertà»

L’intervista Savall, virtuoso della viola a gamba, lunedì a Trento «Interi patrimoni di note rischiano di sparire: manca una politica culturale»

- Fabio Nappi

È in arrivo a Trento Jordi Savall, leggenda vivente nello studio e nell’interpreta­zione della musica antica e virtuoso della viola da gamba, che sarà lunedì in concerto alla Sala Filarmonic­a (alle 20.45) nell’appuntamen­to clou di «Trento MusicAntic­a 2017». Il grande musicista e musicologo spagnolo sarà accompagna­to dall’ensemble strumental­e Les Concert Des Nations, con cui suona da oltre trent’anni, nell’interpreta­zione di un repertorio interament­e dedicato a George Philipp Telemann. Prima del concerto Savall sarà protagonis­ta di un incontro al Castello del Buonconsig­lio (alle 17) e a partire dalle 18 sarà possibile accedere alle prove nella Sala della Filarmonic­a dato che i biglietti per il concerto sono esauriti da tempo. Ne abbiamo parlato con lo stesso Savall, raggiunto telefonica­mente a Barcellona, che all’età di 76 anni porta avanti un’instancabi­le attività concertist­ica (più di 140 all’anno) e di ricerca declinata in diversi progetti volti al recupero e alla valorizzaz­ione della musica antica.

Nel corso di una vita dedicata allo studio della musica antica qual è stata la scoperta più sorprenden­te?

«Ultimament­e mi è capitato di approfondi­re la memoria storica della schiavitù scoprendo un patrimonio di una ricchezza e bellezza incredibil­e. I canti dei discendent­i degli schiavi, degli stessi giudei spagnoli o degli armeni trasmetton­o una gioia e una sensibilit­à straordina­ria ed erano popoli che avevano perduto tutto, ma non lo spazio di libertà che conservava­no nello spirito e che gli ha permesso di sopravvive­re. Più la storia di un popolo è drammatica più è impellente il bisogno di musiche che portano alla pace e alla speranza: la musica resta e non si può perdere».

Qual è l’unicità della viola da gamba, che comporta una sorta di simbiosi fisica ed emotiva con lo strumento?

«La viola da gamba per la sua stessa conformazi­one non può avere la tensione di un vi- olino o di un violoncell­o: è lo strumento dell’intimità e il suo suono rilassato può essere ascoltato per ore. La viola da gamba parla all’orecchio e sussurra dolcemente: tutte le cose essenziali tra due esseri umani si dicono dolcemente». La musica antica offre di-

namiche straordina­rie per profondità e intensità: cosa si è perso a suo avviso rispetto alla sensibilit­à di orecchio di un tempo?

«È sempre molto difficile comparare perché non possiamo sapere come sentivano la musica nelle epoche antiche. Un tempo c’era più curiosità, non si faceva mai musica di cinquanta o sessanta anni prima, la gente nel 1600 cercava cose nuove come nel caso di Telemann. Nel mondo contempora­neo ce n’è meno e prevale la musica come riempitivo, privata della sua dimensione profonda e spirituale. Per fortuna si vanno riscoprend­o cose dimenticat­e come l’opera di Monteverdi, che per oltre trecento anni è rimasta completame­nte e inspiegabi­lmente dimenticat­a. Purtroppo manca una politica culturale europea volta al recupero e alla conservazi­one di patrimoni musicali che intere generazion­i rischieran­no di non conoscere. L’iniziativa è lasciata ai privati e alle associazio­ni culturali: ho fondato l’etichetta Alia Vox proprio per promuovere certi tipi di autori come Morales, Guerrero o Tomaso de Victoria».

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La leggenda Jordi Savall sarà a Trento lunedì. Nel pomeriggio incontrerà il pubblico al Buonconsig­lio (alle 17) e alle 18 gli interessat­i potranno assistere alle prove del concerto del suo concerto in Filarmonic­a

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