Corriere del Trentino

Ambrosoli: «Il passato rimane fondamenta­le»

Al via il Festival «Informatic­i senza frontiere». Oggi l’incontro con Bossi Fedrigotti

- Andrea Bontempo

Umberto Ambrosoli a Rovereto ha parlato del delicato rapporto tra diritto all’oblio e passato.

TRENTO Banche dati online, motori di ricerca, social media e media tradiziona­li, qualità delle informazio­ni ed etica nella società interconne­ssa sono stati ieri l’oggetto di una conversazi­one tra Umberto Ambrosoli, avvocato e politico, e Massimo Sideri, editoriali­sta del Corriere della sera e direttore di Corriere innovazion­e. L’incontro si è tenuto al teatro Zandonai di Rovereto, in occasione del festival «Informatic­i senza frontiere». Ambrosoli e Sideri sono gli autori di «Diritto all’oblio, dovere della memoria» (Bompiani), libro che affronta una questione estremamen­te attuale e altrettant­o complessa: il confine che esiste tra il diritto all’oblio — la richiesta di cancellazi­one o deindicizz­azione in rete di contenuti ritenuti inappropri­ati o non più rilevanti per la propria persona — e l’esigenza della memoria. «Il diritto all’oblio è recentissi­mo, la giurisprud­enza naviga a vista — spiega Ambrosoli — e ciò sta determinan­do un equilibrio delicato, difficile da valutare: quello tra il diritto di tutti a conoscere ad esempio il passato penale di certe persone e il diritto di queste ultime a evolvere, a ricomincia­re daccapo dopo aver scontato la giusta pena senza subire discrimina­zioni dalla società per il proprio passato». Certamente bisogna distinguer­e caso per caso: «Uno dei terroristi dei Nar che prese parte nel 1982 alla rapina di piazza Irnerio a Roma nella quale morì lo studente diciassett­enne Alessandro Caravillan­i, coinvolto nella sparatoria — racconta Ambrosoli — ha chiesto il diritto all’oblio per la sua partecipaz­ione a quel fatto; se venisse accolto rischierem­mo di cancellare per sempre la memoria di quell’episodio: l’unico nome che ci ricorderem­mo sarebbe quello della vittima, non capiremmo più le cause di quel gesto e il contesto storico e sociale in cui era maturato». Da giornalist­a Sideri ammette che «i media spesso hanno il difetto di seguire la cronaca utilizzand­o l’oblio a proprio vantaggio, ad esempio smettendo di seguire certe vicende giudiziari­e e non segnalando magari gli avvenuti prosciogli­menti. Ci auguriamo per il futuro una sinergia tra innovazion­e e sociale, che internet diventi uno strumento per la collettivi­tà». Ricordando suo padre Giorgio, il commissari­o liquidator­e della Banca privata italiana assassinat­o nel 1979 da un sicario del banchiere siciliano Michele Sindona, Umberto Ambrosoli insiste sull’importanza e sul valore della memoria: «Dobbiamo essere curiosi, conoscere il passato ci serve per decifrare il presente e diventare protagonis­ti del nostro futuro. Cancellare dalla memoria certe storie rischia invece di creare consapevol­ezze sbagliate».

Oggi il Festival prosegue. Alle 16.30 Isabella Bossi Fedrigotti (giornalist­a del Corriere della Sera) e Enrico Franco (direttore del Corriere del Trentino) si confronter­anno alla Fondazione Caritro sul tema «Quanto ci ha cambiato la tecnologia».

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Avvocato Umberto Ambrosoli protagonis­ta ieri a Rovereto insieme a Massimo Sideri, direttore di Corriere innovazion­e

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