Ambrosoli: «Il passato rimane fondamentale»
Al via il Festival «Informatici senza frontiere». Oggi l’incontro con Bossi Fedrigotti
Umberto Ambrosoli a Rovereto ha parlato del delicato rapporto tra diritto all’oblio e passato.
TRENTO Banche dati online, motori di ricerca, social media e media tradizionali, qualità delle informazioni ed etica nella società interconnessa sono stati ieri l’oggetto di una conversazione tra Umberto Ambrosoli, avvocato e politico, e Massimo Sideri, editorialista del Corriere della sera e direttore di Corriere innovazione. L’incontro si è tenuto al teatro Zandonai di Rovereto, in occasione del festival «Informatici senza frontiere». Ambrosoli e Sideri sono gli autori di «Diritto all’oblio, dovere della memoria» (Bompiani), libro che affronta una questione estremamente attuale e altrettanto complessa: il confine che esiste tra il diritto all’oblio — la richiesta di cancellazione o deindicizzazione in rete di contenuti ritenuti inappropriati o non più rilevanti per la propria persona — e l’esigenza della memoria. «Il diritto all’oblio è recentissimo, la giurisprudenza naviga a vista — spiega Ambrosoli — e ciò sta determinando un equilibrio delicato, difficile da valutare: quello tra il diritto di tutti a conoscere ad esempio il passato penale di certe persone e il diritto di queste ultime a evolvere, a ricominciare daccapo dopo aver scontato la giusta pena senza subire discriminazioni dalla società per il proprio passato». Certamente bisogna distinguere caso per caso: «Uno dei terroristi dei Nar che prese parte nel 1982 alla rapina di piazza Irnerio a Roma nella quale morì lo studente diciassettenne Alessandro Caravillani, coinvolto nella sparatoria — racconta Ambrosoli — ha chiesto il diritto all’oblio per la sua partecipazione a quel fatto; se venisse accolto rischieremmo di cancellare per sempre la memoria di quell’episodio: l’unico nome che ci ricorderemmo sarebbe quello della vittima, non capiremmo più le cause di quel gesto e il contesto storico e sociale in cui era maturato». Da giornalista Sideri ammette che «i media spesso hanno il difetto di seguire la cronaca utilizzando l’oblio a proprio vantaggio, ad esempio smettendo di seguire certe vicende giudiziarie e non segnalando magari gli avvenuti proscioglimenti. Ci auguriamo per il futuro una sinergia tra innovazione e sociale, che internet diventi uno strumento per la collettività». Ricordando suo padre Giorgio, il commissario liquidatore della Banca privata italiana assassinato nel 1979 da un sicario del banchiere siciliano Michele Sindona, Umberto Ambrosoli insiste sull’importanza e sul valore della memoria: «Dobbiamo essere curiosi, conoscere il passato ci serve per decifrare il presente e diventare protagonisti del nostro futuro. Cancellare dalla memoria certe storie rischia invece di creare consapevolezze sbagliate».
Oggi il Festival prosegue. Alle 16.30 Isabella Bossi Fedrigotti (giornalista del Corriere della Sera) e Enrico Franco (direttore del Corriere del Trentino) si confronteranno alla Fondazione Caritro sul tema «Quanto ci ha cambiato la tecnologia».