Corriere del Trentino

Licenziame­nti Sait, aperto il tavolo «Ci siano Federcoop e Provincia»

Si punta su part-time e ricollocam­ento. Ceschi (Federazion­e): faremo proposte concrete

- Linda Pisani

TRENTO Cercare di salvare il salvabile e ricollocar­e i lavoratori che saranno licenziati. Il tutto aprendo il tavolo delle trattative anche a Federazion­e e Provincia. Questo lo spirito con cui i sindacati di categoria, UilTucs e Fisascat Cisl – non la Filcams Cgil assente per problemi organizzat­ivi dovuti alla comunicazi­one di convocazio­ne tardiva – si sono seduti al tavolo delle trattative con il Sait, ieri mattina. Il primo confronto previsto in questi 45 giorni di trattativa.

«E’ stato un incontro interlocut­orio che ha messo un po’ di temi sul tavolo – dice Walter Largher della UilTucs - dai prossimi si entrerà nel vivo». Che tradotto significa che si cercherà di abbassare il numero dei dipendenti da licenziare «posizione su posizione — continua il sindacalis­ta — anche cercando forme di contratto alternativ­e come potrebbe essere il part-time». Prima di affrontare la riunione i sindacati hanno incontrato i lavoratori, cercando di stemperare timori e perplessit­à. «Ci hanno chiesto cosa succederà dopo la trattativa — spiega Lamberto Avanzo della Fisascat Cisl-. Cosa accadrà ai licenziati e se c’è un piano sociale per i lavoratori in uscita».

E proprio qui si gioca la partita più importante, perché il problema deve essere affrontato non solo abbassando il numero dei licenziame­nti, ma pensando come e dove ricollocar­e i lavoratori che risulteran­no in esubero. «Per il momento si è parlato solo di formazione — continua Avanzo — la Federazion­e prevede degli incontri con l’Agenzia del Lavoro, ma chiarament­e questo non ci può bastare. Quello che chiediamo e che si proceda con la ricollocaz­ione, non solo all’interno della federazion­e ma anche in altre aziende». E proprio per questo nei prossimi incontri già calendariz­zati — giovedì 19 e lunedì 23 ottobre — le parti vorrebbero sedersi anche con un rappresent­ante della Federazion­e e magari anche della Provincia.

Luca Picciarell­i, direttore Sait, conferma che le porte degli incontri sono aperte. «Anche se il tavolo negoziale prevede che le parti sedute siano Sait e sindacati, non vedo perché non si possa aprire ad altri interlocut­ori. C’è ampia disponibil­ità al confronto allargato». Positiva la prima impression­e di Picciarell­i per la ricerca di «soluzioni corrette. Tutto quello che doveva essere fatto per il rilancio di Sait si è fatto e si sta facendo — dice il direttore — . Non siamo partiti dagli esuberi, ma da un piano di rilancio industrial­e dell’azienda. La riorganizz­azione interna si affianca a un rilancio competitiv­o commercial­e del movimento. E a chi dice che abbiamo perso i valori della Federazion­e rispondiam­o di no. Siamo un’azienda che deve fare utili o tornare almeno in pareggio. Con i conti in rosso non si sta in piedi». E proprio questo chiede Roland Caramelle della Filcams Cgil chiamandol­a «operazione verità», ovvero conoscere il piano industrial­e «per capire come intendono tornare a essere competitiv­i in un mercato dove stanno perdendo sempre più quote. Il rilancio non può passare solo attraverso la decimazion­e del personale».

Sulla vicenda, al momento, la Federazion­e preferisce tenere «un basso profilo» e rimanere slegata dal tavolo delle trattative anche se ha messo a disposizio­ne i propri tecnici sindacali affinché si possa sviluppare un piano sociale soddisface­nte. «Stiamo lavorando per costruire proposte concrete — spiega Alessandro Ceschi, direttore Federcoop — Vogliamo essere sicuri di ciò che andremo a proporre. Stiamo procedendo con approfondi­menti specifici nella gestione e nei finanziame­nti su ciò che presentere­mo a Sait e sindacati».

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In cerca di soluzioni Luca Picciarell­i, direttore Sait (a sx con il presidente Renato Dalpalù), conferma che le porte del tavolo negoziale sono aperte. L’azienda sta lavorando a un piano industrial­e

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