Negozi di montagna Federcoop chiama le istituzioni europee
Dossier della Provincia alla Commissione europea. «Patto di sistema» con Federcoop e Consorzio Comuni
TRENTO Sono 203 i piccoli punti vendita in Trentino, un centinaio quelli di montagna, «presidi territoriali» su cui stanno lavorando Federazione, Provincia, Consorzio dei Comuni Trentini e, prossimamente Azienda Sanitaria.
Il «patto di sistema» messo in atto è quello di tutelarli — e sostenerli nei conti di bilancio — attraverso un riconoscimento del loro ruolo sociale, con lo strumento, promosso dalla Ue, del Sieg (servizi di interesse economico generale). L’obiettivo è quello di farli diventare più che attività economiche, e quindi rispondenti alle regole del libero mercato, presidi di interesse collettivo, mettendoli così in una sorta di zona franca intermedia tra attività economiche, da gestire secondo i canoni dell’efficienza e nell’ambito di un contesto competitivo e attività non economiche da coordinare in funzione dell’interesse generale e in vista di obiettivi di coesione sociale o territoriale, di equità redistributiva ecc.
Nei giorni scorsi, la Provincia ha quindi inviato un dossier alla direzione generale sulla concorrenza della Commissione Europea in cui spiega l’importanza di tutelare questi negozi sopra i 500 metri di altitudine che danno lavoro a quasi 500 persone e offrono servizi a oltre 100 mila abitanti, il 20% della popolazione trentina. In sostanza si tratta di far ricadere i punti vendita di montagna di piccole dimensioni sotto un sistema di agevolazioni. Entro fine ottobre è attesa una risposta.
«Abbiamo formalizzato, per la prima volta, anche nei confronti del regolatore europeo — spiega il direttore di Federcoop, Alessandro Ceschi — che questi esercizi non fanno mercato, ma contribuiscono a mantener viva la comunità. L’analisi economica sulla redditività di tali esercizi evidenzia spesso la non sostenibilità degli stessi, dobbiamo slegarli dalla pura logica di mercato e metterli in un’area di servizio a favore delle comunità nelle quali per altro sono profondamente inseriti».
Anche la vicepresidente di Federcoop, Paola Dal Sasso, ammette che l’impegno nei piccoli punti vendita «dal punto di vista economico è un sacrificio. La Federazione sta portando avanti queste richieste di sostegno non solo per i piccoli esercizi presidiati dalle cooperative ma per tutti, anche per quelli privati».
Il coinvolgimento dell’Unione Europea è l’ultimo tassello temporale di un processo iniziato formalmente lo scorso giugno quando Federcoop e Provincia hanno firmato un patto che prevede specifici e reciproci impegni su diversi temi. In merito ai servizi decentrati sul territorio il protocollo ha stabilito di attivare progetti e iniziative volte a garantire la permanenza di servizi qualificati sul territorio provinciale, in particolare nelle zone trascurate dal mercato per le condizioni socio-economiche che le contraddistinguono. «I punti vendita multiservizi costituiscono elementi centrali all’interno delle comunità — prosegue Ceschi — e possono sempre più divenire strumenti di interesse generale. Da qui il coinvolgimento del sistema pubblico nell’erogazione di propri servizi in logica decentrata». Collaborazione con le aziende locali municipalizzate, servizio farmaceutico dove non fossero presenti farmacie, pagamenti di servizi pubblici o postali, consegna giornali sono solo alcune delle prestazioni che sono o potrebbero essere attivate.
Già alla fine dello scorso anno, il Consiglio provinciale aveva approvato uno specifico ordine del giorno con il quale evidenziava la possibilità di garantire ulteriori risorse agli esercizi multiservizi, utilizzando come base giuridica il regolamento Ue dei Sieg. A giugno di quest’anno una delibera della giunta ha dato ulteriori gambe a questa necessità arrivando alla stesura di un dossier ora sulla scrivania della direzione generale sulla concorrenza della Commissione Europea.
Sul territorio, intanto, è partito anche l’accordo tra Federcoop e Consorzio dei Comuni Trentini che prevede una collaborazione locale attraverso l’uso della piattaforma Comunweb. «Il protocollo d’intesa siglato — dice Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni Trentini — prevede il rafforzamento della collaborazione con la Federazione. Ora cercheremo di ragionare insieme su quali servizi garantire alla popolazione di montagna attraverso i piccoli negozi».
Nelle prossime settimane ci saranno degli incontri anche con l’Azienda Sanitaria, perché i piccoli negozi potrebbero diventare presidi anche per la consegna di analisi e referti medici. «Stiamo mettendo mano al sistema di gestione della Federazione— commenta ancora Dal Sasso — .Vogliamo tenere monitorato l’andamento economico delle cooperative. La vicenda Sait non può essere disgiunta da questo tema. Si stanno razionalizzando le spese e trovando nuove risorse».
Ceschi Utilità sociale. Dobbiamo slegarli dalla logica di mercato Ci lavorano 500 persone Li usano 100.000 abitanti