«Trasparenza, compensi da rendere noti»
«Più democrazia» scrive a Civico: compensi degli eletti e performance del personale nel mirino
La normativa Madia sulla trasparenza è stata recepita «al ribasso» per «Più democrazia», che ha scritto a Civico.
TRENTO I compensi degli eletti e i criteri per la performance dei dipendenti pubblici. Sono i due punti principali che secondo l’associazione «Più democrazia in Trentino» sono stati depotenziati nel recepimento locale della normativa Madia sulla trasparenza.
Per mettere in chiaro il concetto, il comitato ha elaborato delle tabelle esemplificative che mettono in relazione il decreto legislativo 33 del 2013 (così come modificato dalla legge del 2015 di riordino della pubblica amministrazione) con le leggi di adozione regionale e provinciale. Per gli autori questi ultimi testi sono una sfilza di omissis, cancellazioni, modifiche al ribasso. «La “nostra” disciplina pare costruita per restringere e complicare l’accesso civico e per aggirare, con passo felpato, gli obblighi di pubblicità e trasparenza» precisano Mauro Direno, primo firmatario delle petizioni sulla trasparenza, Daniela Filbier, presidente dell’associazione, e Alex Marini, primo firmatario del disegno di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione. I proponenti dell’istanza «per un Trentino trasparente» intervengono attraverso una nuova lettera inviata a Mattia Civico, presidente della Prima commissione del consiglio provinciale. Viene sollecitata l’applicazione «nella sua totalità» della legge nazionale.
Nella lettera si denunciano «la limitazione delle leggi locali» e il fatto che «la complessità normativa» scaturita dall’aggiunta dei recepimenti «è diventata una fonte di incertezza sia per il cittadino che per le pubbliche amministrazioni». «Sono ben tre i testi che regolano il tema e vanno compresi e poi incastrati e collegati. Metodologia che stride con i principi di trasparenza».
Due i punti principali «depotenziati» secondo il comitato. Uno riguarda l’articolo 14 del decreto legislativo sugli «obblighi di pubblicazione per i titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo e i titolari di incarichi dirigenziali». Mentre la norma nazionale impone la pubblicazione a tutti gli eletti e nominati di una serie di documenti, la norma regionale riduce l’obbligo ai sindaci e agli assessori dei Comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti. Per camere di commercio e aziende pubbliche la prescrizione vale solo per il presidente e il vicepresidente.
Il secondo punto è all’articolo 10, sul piano triennale per la prevenzione della corruzione e sulla performance dei dipendenti pubblici. «La promozione di maggiori livelli di trasparenza — si legge al comma 3 — costituisce un obiettivo strategico di ogni amministrazione, che deve tradursi nella definizione di obiettivi». Il comma 6 dice che «ogni amministrazione presenta il piano e la relazione sulla performance». L’intera norma nel recepimento è sparita.