Centrosinistra, lite Dellai-Panizza
Deputato e senatore divisi sullo stato della coalizione. Tonini: Bolzano, deriva nazionalista
La coalizione va «rigenerata». No, solo «alimentata»: bisogna crederci e valorizzare ciò che si fa. Lorenzo Dellai e Franco Panizza si pungono a vicenda sul ruolo del centrosinistra autonomista durante il convegno «Una nuova alleanza riformista» organizzato dai Socialisti. Il deputato e il senatore sono divisi sullo stato dell’alleanza. Mentre Tonini (Pd) riflette su Bolzano: «Rischia una deriva nazionalista».
TRENTO La coalizione va «rigenerata». No, solo «alimentata»: bisogna crederci e valorizzare ciò che si fa. Lorenzo Dellai e Franco Panizza si pungono a vicenda sul ruolo del centrosinistra autonomista durante il convegno «Una nuova alleanza riformista» organizzato dai Socialisti. Un appuntamento riuscito: sala piena e una cinquantina di presenti, di cui diversi in piedi.
L’affondo di Dellai
All’incontro, moderato da Ilda Sangalli Riedmiller, partecipano Alessandro Pietracci, segretario del Psi trentino, Mauro Del Bue, già parlamentare e direttore del giornale socialista L’Avanti!, i senatori Giorgio Tonini (Pd) e Panizza del gruppo per le autonomie. «Finalmente si è aperta una riflessione, da tempo caldeggiavo una rigenerazione del centrosinistra autonomista — dice l’esponente di Centro democratico e Upt —. Siamo divisi e abbiamo un deficit nei confronti dell’opinione pubblica sul nostro disegno. Ma ho grande fiducia, i cedimenti sono anche opportunità. In questo ciclo nuovo possiamo dare risposte a una crisi globale». Dellai individua due elementi: «La crisi è doppia: coinvolge gli Stati nazionali e la democrazia rappresentativa nella sua capacità di portare giustizia sociale e uguaglianza. Già Moro e Ruffilli negli anni Settanta cercarono di cambiare il gioco, ma pagarono con la vita. Quel fallimento è anche il nostro, la situazione si è aggravata. Al Rosatellum ho dato un sì sofferto, non c’era altra soluzione. Ma è come curare un tumore con un’aspirina». Ecco quindi cosa deve fare l’alleanza locale: «Recuperare la visione sociale della democrazia, favorire nuovi sistemi di welfare, più partecipazione, reti di connessione sociale. Così diamo futuro alla nostra autonomia. Andare avanti per inerzia non serve».
L’analisi di Tonini
Anche il senatore dem parte da un’analisi ampia. «Siamo in una crisi che è tutta in Europa. Mentre i ceti medi occidentali hanno visto peggiorare la propria condizione, milioni di persone, specie in Asia, sono entrate nel circuito dello sviluppo. I processi economici prima regolati dagli Stati nazionali ora sono sovranazionali. Bene fa Macron a volere una regolazione a livello europeo. L’Italia deve essere al tavolo, assieme alla Germania. I populismi portano una nostalgia per quello che non c’è più». Tonini bacchetta le spinte localiste: «Nella questione catalana si stanno scontrando due nazionalismi. Un esito tragico della crisi dell’autonomia. E rischia una deriva nazionalista anche Bolzano: senza Trento sullo Statuto non va da nessuna parte». Chiude infine in accordo con Dellai: «Al centrosinistra serve una rivitalizzazione, strategica e non tattica».
Panizza critico
Il segretario del Patt non apprezza. Del resto Pd e Upt, convergendo, puntano a scalzare la leadership dell’autonomista Ugo Rossi. «Sia a Trento che in Italia — sbotta — pensiamo troppo al futuro e poco a gestire la realtà. Dal 2013 si è iniziato a pensare al nuovo presidente. Questa coalizione è vittima della sindrome del passo avanti». Il senatore difende il lavoro svolto e chiede continuità. «L’alleanza c’è, va alimentata. Cerchiamo la coesione su quanto facciamo. E sulla legge elettorale, cercare la perfezione a Roma è difficile». In ultimo Panizza invoca a livello nazionale un nuovo accordo fra le autonomie e il Pd «che garantisca la specialità negli accordi con eventuali alleati». Tradotto, con Forza Italia: «Sono terrorizzato, la prossima legislatura sarà molto dura per le Speciali». «Ma qualcosa bisogna pur fare — replica a stretto giro Dellai —. Oggi è venuta fuori una pista di lavoro. E poi questa legislatura è partita in modo bizzarro, la prima parola è stata discontinuità».
C’è spazio infine per Del Bue e Pietracci. «Vedo dei pericoli per il Paese, l’antiparlamentarismo e il neoautoritarismo che emergono nelle parole di Di Battista, Salvini, Meloni. La legge elettorale era l’unica possibile. Il Pd deve lavorare a una coalizione che oggi non c’è, allargando a destra, sinistra e di lato». Pietracci invoca pari dignità per i Socialisti nell’interloquire con Pd, Patt, Upt. «Dall’estate non ci si parla più. Troviamoci per ripartire».