La Haydn celebra Schönberg Arriva la «Verklärte Nacht» Stadler violoncello solista
Dopo il molto lusinghiero esordio stagionale, Arvo Volmer sta già provando con l’orchestra Haydn il programma dei prossimi martedì e mercoledì, nelle tradizionali sedi bolzanina e trentina. Con loro, Alexey Stadler al violoncello solista.
Saranno eseguite di Prokof’ev la Sinfonietta in la maggiore, op. 5/48, di Cajkovskij le Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra, op. 33 e di Schönberg quella Notte trasfigurata, op. 4 che ha segnato una clausola felice ma dialettica nei rapporti storico-musicaltemporali tra Russia ed Europa. Non è dunque casuale che proprio su quest’ultima partitura si stiano concentrando l’attenzione e la cura di Volmer.
Schönberg compose il suo Sestetto d’archi – Verklärte Nacht – nell’autunno del 1899, a venticinque anni. Egon Wellesz (Arnold Schönberg. The formative years, 1925) afferma che Verklärte Nacht sia il primo esempio di musica a programma composta per un organico cameristico; forse vale la pena di ricordare che Alexander von Zemlinsky (1871-1942), futuro cognato di Schönberg, nel medesimo periodo compose le sue Phantasien über Gedichte von Richard Dehmel, op. 9, esempio di musica a programma pianistico.
Al di là del dibattito critico, l’opera resta una delle più significative composizioni del giovane Schönberg, il quale le attribuì un certo valore, dato che nel 1917 ne approntò una versione per orchestra d’archi, rivista nel 1943 e ora adottata da Volmer.
Essa testimonia del periodo in cui Schönberg studiò con Zemlinsky, il cui «amore abbracciava Brahms e Wagner»: lo ricorda lo stesso Schönberg. Verklärte Nacht, satura di cromatismo tristaneggiante ma anche basata su una tecnica di sviluppo della variazione brahmsiana, si divide in cinque sezioni: la prima, la terza e la quinta descrivono il cammino della coppia nella notte di luna, mentre la seconda si riferisce alla confessione della donna e la quarta alla risposta piena d’amore dell’uomo.
Una prova interpretativa complessa e ardua, quantunque inebriante, sia per il podio che per l’orchestra.