La Sportiva, progetto abortito
Rilancio sull’acquisto della società impianti di risalita. Delladio: «Sogno svanito»
Resterà un sogno. Così Lorenzo Delladio, ad La Sportiva, liquida il progetto di riqualificazione.
ZIANO DI FIEMME «Un sogno destinato a rimanere tale». Così Lorenzo Delladio, ad e presidente La Sportiva, liquida amaramente il suo progetto di riqualificazione ambientale e naturalistico di passo Rolle, dopo che la minoranza di contrari ha rilanciato sull’acquisto delle quote della Sitr, bloccando di fatto la proposta.
«Non sono riuscito a far comprendere a una minoranza di operatori e di rappresentanti delle istituzioni coinvolte — dice Delladio — la portata dell’iniziativa e delle opportunità che da essa sarebbero scaturite per un nuovo e diverso sviluppo turistico: un’area completamente libera da impianti avrebbe avuto un impatto mediatico fortissimo per tutto il Trentino, primo in Italia a offrire questa unicità».
Nella visione innovativa, l’ad di La Sportiva aveva chiesto il coinvolgimento propositivo di tutti gli enti interessati, albergatori e impiantisti e di tutti gli operatori del turismo, del commercio, della filiera agroalimentare. «Dopo aver parlato con tutti e avendo sin da subito cercato il confronto per condividere quella che considero non solo una visione imprenditoriale, ma soprattutto ambientale e turistica — spiega Delladio — con profondo rammarico devo purtroppo constatare che le premesse per la realizzazione del progetto non sussistono più. L’apprezzamento dell’opinione pubblica, della maggioranza politica e degli operatori del passo Rolle, che hanno da subito visto un’opportunità per uscire nel brevissimo termine dall’immobilismo degli ultimi anni, non possono più trovare seguito».
Cosa è successo? Il fronte dei contrari ha rilanciato l’acquisto della quote della Sitr, società proprietaria degli impianti di risalita, da parte di Impresa e Territorio. Per Delladio «non è tanto il rilancio dell’offerta a congelare il progetto, piuttosto l’incapacità di cogliere l’occasione per innovare assieme, abbracciando le nuove sfide che il futuro pone all’offerta turistica, soprattutto invernale». Da ricordare come la proposta voleva destagionalizzare e unire sci alpino, sci alpinismo e tutti gli sport outdoor di montagna, sia estivi che invernali, con un’unica proposta turistica. «Ora, è auspicabile — conclude Delladio — che un investimento completamente privato, non venga sostituito da un investimento prevalentemente finanziato dall’ente pubblico, senza probabilmente riuscire a risolvere i problemi dell’area».
Spero che un investimento privato non venga sostituito da uno pubblico