Corriere del Trentino

Circoscriz­ioni Indennità ok

- di Erica Ferro

L’introduzio­ne di un’indennità per i presidenti di circoscriz­ione mette d’accordo le forze politiche in maniera trasversal­e. Ma le reazioni alla proposta della commission­e per rinnovare i quartieri sono molteplici.

TRENTO Il quadro è frastaglia­to. Le reazioni alla proposta di mozione per rinnovare le circoscriz­ioni di Trento che giovedì ha ricevuto il via libera in commission­e (Corriere del

Trentino di ieri) sono diverse, in particolar modo sui nodi più spinosi: se la possibilit­à di mantenere le indennità dei presidenti mette d’accordo le forze politiche in maniera abbastanza trasversal­e, dai Cinque stelle a Forza Italia, l’eventuale introduzio­ne di un gettone di presenza per i consiglier­i secondo Vanni Scalfi (Insieme Trento) «è un’ambiguità che non condividia­mo». Opposte vedute, inoltre, sono diffuse anche sui possibili accorpamen­ti.

Ciò che sta più a cuore ad Andrea Maschio (5 stelle) non è tanto la proposta di mozione in sé, quanto «la possibilit­à di farla valere a partire dalla prossima legislatur­a». «Su questo — annuncia — siamo pronti a fare le barricate: non è accettabil­e che presidenti e consiglier­i eletti con determinat­e regole si facciano norme ad personam per farsi dare la paghetta». Pur non dicendosi contrario a indennità, gettoni e accorpamen­ti, il consiglier­e non tralascia di sottolinea­re come «portare il tema in consiglio per la terza volta dopo che per due è stato bocciato suoni come una presa in giro».

Per Cristian Zanetti di Forza Italia o si reintroduc­ono, magari «rivisitati o ridimensio­nati» indennità e gettoni, «oppure niente, visto che la maggioranz­a aveva costruito la propria campagna elettorale sulla riduzione dei costi della politica». Sì convinto, invece, a quella che per Zanetti dovrebbe essere una vera e propria riduzione («Di circoscriz­ioni ne vorrei addirittur­a cinque, come a Bolzano»).

Pur apprezzand­o il lavoro svolto dalla commission­e, Scalfi nella proposta di mozione intravede «alcune ambiguità che vanno sciolte», dal gettone di presenza per i consiglier­i («non condividia­mo») agli accorpamen­ti («solo per ridurre il numero dei quartieri servono a poco»). Chiedere di definire, infine, una proposta progettual­e di riforma delle circoscriz­ioni entro 15 mesi, per il consiglier­e significa «rinviare la questione sine die»: «Materiale di studio ce n’è in abbondanza, avrebbe senso solo se sindaco e giunta la facessero in tre mesi».

Il capogruppo del Patt Alberto Pattini, infine, nel documento ritrova — e condivide — il pensiero della maggioranz­a: «Delle circoscriz­ioni che un tempo erano Comuni vogliamo venga mantenuta l’identità» aggiunge.

Nel documento licenziato dalla commission­e, infine, il portavoce dei presidenti delle circoscriz­ioni Armando Stefani ritrova le istanze che loro stessi avevano raccolto nella loro proposta di riforma: «Ha colto il tema vero, cioè che le circoscriz­ioni possano saper essere strumenti partecipat­ivi — conclude — la partita in consiglio potrebbe andare per il verso giusto se nessuno chiede il voto segreto».

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Palazzo Thun La proposta per rinnovare le circoscriz­ioni dovrà essere votata dal consiglio comunale

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