Circoscrizioni Indennità ok
L’introduzione di un’indennità per i presidenti di circoscrizione mette d’accordo le forze politiche in maniera trasversale. Ma le reazioni alla proposta della commissione per rinnovare i quartieri sono molteplici.
TRENTO Il quadro è frastagliato. Le reazioni alla proposta di mozione per rinnovare le circoscrizioni di Trento che giovedì ha ricevuto il via libera in commissione (Corriere del
Trentino di ieri) sono diverse, in particolar modo sui nodi più spinosi: se la possibilità di mantenere le indennità dei presidenti mette d’accordo le forze politiche in maniera abbastanza trasversale, dai Cinque stelle a Forza Italia, l’eventuale introduzione di un gettone di presenza per i consiglieri secondo Vanni Scalfi (Insieme Trento) «è un’ambiguità che non condividiamo». Opposte vedute, inoltre, sono diffuse anche sui possibili accorpamenti.
Ciò che sta più a cuore ad Andrea Maschio (5 stelle) non è tanto la proposta di mozione in sé, quanto «la possibilità di farla valere a partire dalla prossima legislatura». «Su questo — annuncia — siamo pronti a fare le barricate: non è accettabile che presidenti e consiglieri eletti con determinate regole si facciano norme ad personam per farsi dare la paghetta». Pur non dicendosi contrario a indennità, gettoni e accorpamenti, il consigliere non tralascia di sottolineare come «portare il tema in consiglio per la terza volta dopo che per due è stato bocciato suoni come una presa in giro».
Per Cristian Zanetti di Forza Italia o si reintroducono, magari «rivisitati o ridimensionati» indennità e gettoni, «oppure niente, visto che la maggioranza aveva costruito la propria campagna elettorale sulla riduzione dei costi della politica». Sì convinto, invece, a quella che per Zanetti dovrebbe essere una vera e propria riduzione («Di circoscrizioni ne vorrei addirittura cinque, come a Bolzano»).
Pur apprezzando il lavoro svolto dalla commissione, Scalfi nella proposta di mozione intravede «alcune ambiguità che vanno sciolte», dal gettone di presenza per i consiglieri («non condividiamo») agli accorpamenti («solo per ridurre il numero dei quartieri servono a poco»). Chiedere di definire, infine, una proposta progettuale di riforma delle circoscrizioni entro 15 mesi, per il consigliere significa «rinviare la questione sine die»: «Materiale di studio ce n’è in abbondanza, avrebbe senso solo se sindaco e giunta la facessero in tre mesi».
Il capogruppo del Patt Alberto Pattini, infine, nel documento ritrova — e condivide — il pensiero della maggioranza: «Delle circoscrizioni che un tempo erano Comuni vogliamo venga mantenuta l’identità» aggiunge.
Nel documento licenziato dalla commissione, infine, il portavoce dei presidenti delle circoscrizioni Armando Stefani ritrova le istanze che loro stessi avevano raccolto nella loro proposta di riforma: «Ha colto il tema vero, cioè che le circoscrizioni possano saper essere strumenti partecipativi — conclude — la partita in consiglio potrebbe andare per il verso giusto se nessuno chiede il voto segreto».